“Tantissima gente e tanta commozione” sono le parole che più spesso mi ripete Rossella Stucchi(presidente della sezione A.N.P.I. di Monza) per riportarmi le sue impressioni sulle giornate che hanno visto stazionare il “Vagone della Memoria” nella piazza dell’Arengario di Monza (piazza Roma).
Le giornate, mi racconta Rossella, sono state caratterizzate da un afflusso di gente davvero notevole e tutti coloro che hanno visitato la carrozza sono rimasti profondamente commossi, con molti casi di persone che non hanno potuto trattenere le lacrime.
Tra i più attivi gli anziani, desiderosi di raccontare loro esperienza della guerra, e i bambini, che arrivati assieme ai genitori erano ansiosi di sapere cosa fosse quella carrozza.
Non meno numerosa è stata poi la presenza degli studenti, con tante classi che a partire da lunedì hanno fatto visita al vagone (e nemmeno la neve li ha fermati, anche grazie all’ospitalità fornita loro dal Sindaco nella Sala Consiliare così da evitare un sicuro raffreddore).
Grande interesse ha poi suscitato la mostra allestita a bordo del vagone, dove tra le diverse storie narrate di deportati ha colpito più di tutte quella dei coniugi Colombo, unici ebrei deportati di Monza poi non più tornati (la cui storia anche noi abbiamo riportato all’interno di PD Monza ).
Dopo queste giornate ora la speranza di tutti è che al vagone (un “monumento” alla memoria attualmente in comodato d’uso ad A.N.E.D per un anno) si possa dare una degna e permanente collocazione, così da rimanere come monito ai posteri affinché l’atrocità dello sterminio non si ripeta; a tal proposito riportiamo volentieri che una ipotesi per la sua collocazione sarebbe all’interno del progetto che prevede la creazione di un “Bosco della Memoria” nel Parco di Monza, come esposto nel corso dell’assemblea annuale della sezione A.N.P.I. di Monza.
Una tale successo di iniziative come queste lascia ben sperare che Monza sia una città non indifferente al perpetuarsi della memoria delle atrocità della guerra e che continua a ripudiare quindi i valori dell’odio e del razzismo, non certo come chi proprio il giorno della memoria si permette ancora di “giustificare” in parte chi ha permesso questi abomini.
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