Nel corteo di Desio eravamo in tanti del PD e soffrivamo un po’ ad ascoltare slogan un po’ pesanti contro il nostro partito cantati da alcuni gruppi ..pensavamo però che fa parte delle contraddizioni da affrontare , se si vuole promuovere un cambiamento dall’interno ed essere protagonisti delle battaglie importanti in difesa del territorio.
In tanti siamo convinti che i Beni Comuni devono diventare il centro dell’attenzione dell’economia, della scienza e della politica, perché da essi dipenderà la vita e probabilmente la sopravvivenza della Terra.
La loro centralità ci deve spingere ad analizzare e denunciare l’inadeguatezza del sistema politico e di quello economico, i limiti delle democrazie occidentali e la mancanza di coraggio o la contradditorietà di alcune decisioni politiche del nostro partito.
C’era tanta gente diversa, cittadini di tutte le età aderenti ad associazioni e comitati, uniti da una domanda di difesa della terra e della salute, contro gli interessi economici di pochi, contrabbandati come sviluppo..
Di seguito il Comunicato congiunto delle forze politiche di Maggioranza del Comune di Desio (28 settembre 2012):
“La manifestazione del 30 settembre a Desio contro la costruzione di Pedemontana è una manifestazione che ci interroga. Sintomo dell’inizio di un sempre maggiore malessere verso quest’opera da parte di associazioni, comitati e semplici cittadini.
Un’opera che Regione Lombardia contrabbanda come risolutiva e che dovrebbe finalmente risolvere i problemi viabilistici di una Brianza già abbondantemente congestionata da auto, ma soprattutto da cemento, dato che siamo la provincia piú urbanizzata d’Italia anche senza Pedemontana.
A problemi reali del territorio tuttavia, la regione risponde con un’opera che non serve ma che, anzi, crea piú problemi di quelli che invano cerca di risolvere. Un’autostrada che consumerà altro suolo e con il pedaggio fra i piú alti d’Italia che rischia di riversare sui territori che attraversa ulteriore traffico peggiorando una situazione che già ora è allarmante. Non dimentichiamo anche i risvolti ambientali con anche il rischio del “risveglio” della diossina a seguito delle impattanti cantierizzazioni necessarie per erigere l’opera.
Una “grande opera” che, in un periodo di crisi economica ove su tutto — meno che qui — si fa spendigreview, toglie risorse preziose ad altre opere realmente necessarie, dal trasporto pubblico ed al suo potenziamento — dimenticando il protocollo del ferro per la Brianza — sino alla razionalizzazione delle infrastrutture viarie esistenti. “Piccole” opere — forse — ma sicuramente piú utili di questa.
Regione Lombardia, grande assente in tutto questo, invece di ripensare e riflettere su quanto sta realmente accadendo e su quanto accadrà all’interno del proprio territorio, lascia ai singoli comuni fortemente impegnati come il nostro, il compito veramente complesso di ridurre quanto piú possibile l’impatto e le scellerate conseguenze di queste politiche territoriali. Ma non solo, continua a perseguire una politica non piú sostenibile, dove il suolo non è vissuto come un bene comune ma solo come risorsa da destinare ad uno sviluppo urbanistico ormai al collasso, invece di ripensare e riflettere a fondo sulla Pedemontana offerta come “soluzione” a dei reali problemi viabilistici e che invece ne scarica di nuovi sull’intera Brianza.
Per tutto questo diamo il nostro pieno sostegno alle ragioni che hanno portato all’unione di comitati, associazioni e cittadini a manifestare il 30 settembre contro la Pedemontana.
Per tutto questo inviamo anche un accorato appello a Regione Lombardia — a tutte le forze politiche di opposizione e di maggioranza — perché riflettano su quanto stanno permettendo che accada e dicano davvero “basta”, a questo malinteso sviluppo fatto di confusione, di cemento e di nuove autostrade con nuovi capannoni vuoti circostanti. “
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