Continuiamo con il giro di interviste agliAssessori della Giunta Scanagatti: per farli conoscere, per capire quale è stato il primo impatto dell’esperienza e quali sono le azioni future.
Oggi tocca all’Assessore all’Urbanistica Claudio Colombo, avvocato e una “new entry” per l’amministrazione, con una storia politica particolare e indipendente: aclista prima, ulivista poi, sempre vicino alle associazioni ambientaliste. Pur non militando in nessun partito, è sempre stato vicino alle cause del nostro territorio monzese.
Quale relazione esiste tra la tua esperienza personale (politica e professionale) e l’aver accettato una delega così importante e complessa come quella dell’Urbanistica?
Credo che questa scelta propostami dal Sindaco Scanagatti, sia maturata con gli anni, attraverso la combinazione di esperienza professionale e sensibilità politica personale.
L’ho maturata infatti anzitutto con la mia attività professionale , con le collaborazioni per alcuni Enti locali ( in particolare a Seregno con l’allora Sindaco Perego e l’Assessore all’Urbanistica Lanzani), nell’aver mantenuto negli anni un costante rapporto con le associazioni ambientaliste, delle quali ho cercato di sostenerne periodicamente le istanze.
Inoltre io ho alle spalle un esperienza giovanile nell’associazionismo cattolico e sono stato vicino all’Ulivo sin dalla sua nascita .
Per uno come me, che fortemente crede in questa coalizione, è una grande opportunità quella che mi è stata offerta, dato che mi dà modo di mettere al servizio della città le mie competenze ed esperienze.
Quello di Assessore sarà di certo un percorso a termine, perché non sono e non sarò un cosiddetto professionista della politica.
Come valuti la tua prima esperienza amministrativa, caratterizzata dalla cancellazione della variante al Pgt promossa dalla precedente Giunta Mariani e per quale motivo non hai accolto la proposta delle opposizioni di andare a “mediare e modificare” il provvedimento anziché cassarlo?
La Variante e il “Pgt “Vigano’ “ rispondono a due modelli e idee di territorio molto diverse tra di loro: il dissenso non era su aspetti di dettaglio ma sull’impostazione strategica del documento.
Non era una variante emendabile…; questo non significa che con il prossimo “documento di piano” assumeremo “in toto” il Piano Vigano, e non è da escludere la possibilità di recuperare indicazioni e proposte, compatibili, che possano venire dall’opposizione.
In una tua recente lettera all’Assessore Regionale all’Urbanistica della Regione, hai lamentato che l’attuale legislazione urbanistica premia economicamente (oneri di urbanizzazione, ma non solo) chi edifica di più e penalizza invece quei comuni virtuosi che difendono il territorio dalle speculazioni, con conseguenti minori meno entrate economiche. Come si pensa di uscirne da questa paradossale contraddizione’?
Innanzitutto quella lettera non è solo “farina del mio sacco”, perché richieste simili erano già state inviate da altri comuni ed erano state anche oggetto di sollecitazioni da parte di gruppi professionali, sensibili al problema.
La lettera ha avuto una prima risposta positiva, in quanto l’Assessore Belotti sta predisponendo una Legge regionale a tutela delle aree agricole e delsuolo inteso come bene comune, che dovrebbe andare in porto all’inizio del 2013.
Certo il problema rimane aperto, ma se è vero che il Comune di Monza, collocandosi tra quelli virtuosi nella difesa del suolo rischia di essere penalizzato, va anche ricordata la situazione reale.
Il Comune di Monza introita comunque risorse dagli interventi sul territorio: da quelli attuali già previsti e da quelli programmati , che spero si indirizzino con assoluta prevalenza sulle aree dismesse e per il recupero del costruito
Tutte modalità che sono presenti nell’attuale contenitore (Pgt Vigano), un piano che, è bene ricordare , non prevede il “Consumo di suolo zero”.
A mio avviso questa impostazione va mantenuta ed affinata : il suolo libero esterno al tessuto consolidato va salvaguardato ( ed il primo passo in questo senso è stato proprio la revoca della variante ) , va favorito il recupero del costruito e per le aree libere interne gli interventi devono essere ispirati ad una logica di uso parsimonioso di una risorsa preziosa.
Il tentativo difficile, che comunque andrà fatto, è quello di spostare una quota delle entrare urbanistiche dalla voce di spesa corrente a quella necessaria per gli investimenti.
Due dei capisaldi del programma di mandato di Scanagatti, prevedono il recupero delle aree dimesse e la difesa e il rilancio di quelle agricole…; alla contestazione che vi viene fatta secondo cui si tratta solo di affermazioni di principio che rimangonopoi solo sulla carta, come rispondi?
Riguardo al recupero delle aree dimesse, proprio per evitare di farne un totem ideologico, bisognerà ripartire dall’attuale Pgt ,che prevede obiettivi di recupero edificatorio “misti”.
Una parte delle aree potrebbe prevedere edificazione residenziale, con attenzione a indici edificatori “ragionevoli” , sviluppando prioritariamente accordi per quote di edilizia sociale (soprattutto in affitto ); per altre parti di aree è possibile prevedere che siano recuperate a funzione di servizi sociali e culturali.
Bisognerà però avere molta attenzione riguardo alla realizzazioni di strutture sociali e culturali: va messa in stretta relazione la “costruzione” con la “funzione” e i costi di gestione, per evitare “cattedrali nel deserto”, oppure voragini economiche pubbliche insostenibili .
Sulle aree agricole in effetti esiste il rischio che le stesse rimangono “abbandonate” : il suolo libero è comunque un bene prezioso in quanto tale . Diventa ancor più prezioso se produce cibo con l’attività agricola e occasione di svago e di godimento della natura .
Bisogna porvi mano in più direzioni.
A Monza, in queste aree è ben presente il fenomeno del piccolo abusivismo edilizio (casotti, cascinali, strutture provvisorie, depositi , pavimentazioni etc.). La prima cosa da fare , che oggi non esiste, è la realizzazione di una mappatura di questa presenza abusiva e interventi tempestivi per eliminare l’abusivismo.
Per il rilancio dell’agricoltura vanno sostenuti e favoriti gli operatori del settore, utilizzando i Fondi Europei esistenti e attivando uno stretto collegamento e cooperazione tra i diversi comuni interessati , che hanno molto spesso aree agricole confinanti, aderendo ai PLIS
Bisogna, poi, evitare l’abuso della monetizzazione degli standards , facendo in modo che chi vuole effettuare gli interventi di trasformazione ammessi reperisca aree libere , in modo da favorire la creazione di parchi agricoli.
Penso che questo sarà un lavoro faticoso che impegnerà nei prossimi anni, oltre che il sottoscritto, anche gli assessori che hanno competenze in materia di agricoltura e patrimonio: se si riesce ad invertire la rotta credo che nei prossimi anni sarà possibile un miglioramento della condizione di molte aree libere della città, oggi in uno stato di preoccupante degrado.
------------
Claudio Colombo
Assessore alle Politiche del territorio
47 anni, avvocato amministrativista. Consulente di alcuni enti locali nell’elaborazione degli strumenti urbanistici.
Deleghe: urbanistica, edilizia privata
Report