A presentare il ciclo di conferenze e il relatore è stato Sergio Premoli. Dopo aver tratteggiato la storia del Centro Culturale Ricerca, le attività svolte negli anni a Monza, le personalità coinvolte (da Norberto Bobbio a Mario Monti), ha ribadito l’ispirazione laica dell’associazione.
Cerca dai suoi relatori chiarezza di pensiero, rinuncia al proselitismo di fede o di scienza, ma naturalmente massima apertura nei confronti di tutte le fedi e le scienze.
L’obiettivo è l’arricchimento di conoscenza e di spunti di meditazione per tutti i privilegiati ascoltatori.
Il primo incontro ha visto ospite il prof. Telmo Pievani che nella prima conferenza della nuova serie “Uomo, dove vai?” organizzata dal CCR , svoltasi Mercoledì 19 al Binario 7 di Monza.
L’evoluzione delle specie basata sulla selezione naturale secondo Darwin, è stata interrotta in occasione di eventi naturali eccezionali, le cosiddette catastrofi, verificatesi lungo la milionaria (in anni) storia del nostro pianeta, e che hanno messo a rischio la sopravvivenza delle forma di vita animale e vegetale.
E’ stato il naturalista francese Cuvier, ai primi dell’Ottocento, ad intuire che la vita sulla terra è stata caratterizzata da lunghi periodi di “pace” (lento e continuo cambiamento) interrotti da eventi traumatici (brevi e di intenso cambiamento).
Secondo lui l’ultimo di questi eventi era il Diluvio Universale. Bene, le scoperte successive dei paleontologi sulla vita passata nella Terra hanno suffragato questa tesi: sono state individuate ben cinque catastrofi, la prima della quali si è verificata 250 milioni di anni fa, quando, probabilmente in seguito ad eruzioni vulcaniche, sopravvisse il solo 5% delle specie viventi, e l’ultima, 65 milioni di anni fa, quando, in seguito alla caduta di un asteroide nello Yucatan, ci fu la (quasi) totale estinzione di dinosauri. Dunque durante le catastrofi la teoria di Darwin si considera “sospesa”: non sopravvivono i più “adatti” ma i più “flessibili” o più “fortunati”.
Dopo ogni catastrofe, come detto, la vita (evoluzione secondo selezione naturale) riprende. Dopo l’ultima, spariti o quasi i dinosauri, specie dominante, si aprono nuovi spazi per le specie superstiti.
Da una di queste (un piccolo roditore del Mesozoico) discenderanno i mammiferi e quindi anche l’uomo, ultimo arrivato, solo 200.000 anni fa. Si può dire quindi che l’uomo sapiens, la nostra specie, è figlia dell’ultima catastrofe.
Affascinante anche la storia dell’homo sapiens, tratteggiata da Pievani.
Comparso in Africa all’alba della nostra preistoria, si diffonde in tutti i continenti attraverso lente migrazioni e coesiste con altri ominidi (Naenderthal, Javanensis,… ).
In seguito ad eventi ancora sconosciuti (eruzioni vulcaniche, glaciazioni, cambiamenti climatici devastanti) rischia l’estinzione, tant’è che sopravvive in una sola area, il Sud Africa.
Da qui riparte, verso gli 80.000 anni fa, alla “conquista del mondo” fino a soppiantare le altre specie di ominidi (si estingueranno). E’, ahimè, una conquista violenta, perché la sua comparsa corrisponde all’estinzione di tante altre specie viventi, animali e vegetali, come è testimoniato anche dalla storia recente.
Qual’è stato il punto di forza che ha permesso all’homo sapiens di dominare il mondo? Secondo gli scienziati, la capacità di articolare il linguaggio.
Torniamo alle catastrofi e scrutiamo il futuro.
Il fatto che abbiamo conquistato il mondo non ci mette al riparo da questo evento, che, come abbiamo visto, “ogni tanto” succede. Ma quando? Difficile prevederlo, come hanno tentato di fare i Maya (quelli che vivevano nello Yucatan). Certo che l’attività dell’uomo può aiutare il suo verificarsi.
Però si può tentare una previsione: si è visto che nei periodi in cui sono avvenute tutte le estinzioni di massa erano sempre presenti tre fattori: dinamiche climatiche rare, alterazioni nella composizione dell’atmosfera e uno stress ecologico di intensità anormale (e Pievani presentando i tre fattori sembrava sottintendere: ci siamo capiti?).
Sono situazioni che, se si presentano singolarmente, sono “gestibili”, ma se si verificano contemporaneamente danno luogo alla cosiddetta “tempesta perfetta”.
Allora, ce la faremo a frenare, e poi fermare il treno in corsa o diremo come Linus: “Fermate il mondo, voglio scendere!”
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