Indignarsi è giusto. Non è una domanda, nemmeno un’affermazione…è il titolo di un testo. Un testo impegnato, un libro impegnativo, di quelli che fanno pensare, tenendo il lettore concentrato sui termini, su concetti pesanti come pietre.
E’ un saggio potente, che non tergiversa, ma arriva a proporre un nuovo umanesimo.
Sì, un umanesimo contrapposto al liberismo più sfrenato, quello che ha posto il mercato al centro della vita umana, venerandolo come divinità suprema.
Quel mercato che pareva il Messia del nuovo millennio, ma che invece diventava sempre più un Cerbero assetato e senza un controllo …. senza che l’uomo se ne rendesse conto.
Ferruccio Capelli, autore del libro, viene invitato, Mercoledì 30 maggio, alla Casa della Cultura di Monza, per presentare il proprio testo, Indignarsi è giusto, in cui delinea un’analisi lucidissima sul presente della società e propone un metodo per un futuro più solido e migliore per tutti.
L’occidente è entrato, inesorabilmente, in una stagione di enormi cambiamenti: la crisi finanziaria, annunciata già dal 2008, che ancora sta mettendo sotto pressione il sistema politico dei paesi democratici, ha creato uno spartiacque preciso.
Nel mondo intero ha dato avvio ad una “rivoluzione indignata” contro chi ha provocato questa crisi: a scendere in piazza sono sia ragazzi, sia i meno giovani. Essi prendono, tutti insieme, le distanze da un sistema economico e sociale che ha fallito, ma senza, tuttavia, intravedere una via d’uscita.
Capelli nel suo testo, invece, propone una diagnosi ma tenta anche una cura: ricostruisce le radici dell’attuale situazione economica mondiale, analizzando i trent’anni della globalizzazione liberista (“i trent’anni ingloriosi”), e suggerisce di ricercare un nuovo umanesimo.
Esso è il percorso che spronerà a riscoprire la società per quella che è veramente: un luogo di incontro, di condivisione di affetti, di sentimenti, di emozioni e costruirà un’uscita da questo empasse planetario, che oggi sembra insuperabile.
E’ un rovesciamento della società, che porta dalla centralità del mercato a quella dell’essere umano, in cui l’imperativo è recuperare la “bussola umanistica” e mirare ai fini ( e non più solo ai mezzi), evidenziando i legami sociali, riconquistando un rapporto più consapevole tra l’uomo e la natura.
Ferruccio Capelli, Direttore della Casa della Cultura di Milano, pone l’esempio del capoluogo lombardo come una realtà virtuosa a cui ispirarsi. La città in cui la volontà liberista era andata fino in fondo, in cui si era raggiunta la rottura di legame sociali, da più di un anno è in forte mutamento, un cambiamento virtuoso, perché ha saputo ricostruire il nucleo di una comunità aperta!
Allora gli uomini, per voltare pagina, devono avere sia la capacità di indignarsi, sia quella di meravigliarsi, per riuscire a vedere una speranza, sapendo di essere i protagonisti, gli artefici del proprio destino. In tutto questo la politica non può disertare, non può ritirarsi. E lo sottolineano bene gli altri due ospiti della serata, Roberto Scanagatti (Sindaco di Monza) e Gigi Ponti (Sindaco di Cesano Maderno).
La politica deve aiutare ad interpretare il mondo, la società e proporre soluzioni possibili e concrete, cioè deve essere una “buona politica”, che sappia mettere il cittadino al centro del proprio progetto.
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