Accetto volentieri l’invito ad aprire una riflessione lanciata dal sito del PD di Monza sul tema dell’astensionismo. LINK
Sono anche le mie considerazioni sparse, che spero possano portare un contributo.
Punto di partenza è il famoso “Sono tutti uguali”.
Me lo sono sentito dire moltissime volte, anche da persone a me vicine ed orientate a sinistra. Vediamo cosa ha portato quasi la metà degli elettori a pensarlo, e quindi a non votare.
Prima di tutti gli avvenimenti dell’11-11-11. Una data che appare esoterica. J
L’uscita di scena di Berlusconi accompagnate dalle note dell’Alleluia.
Da allora il leader carismatico, che per quasi 20 anni aveva guidato il centrodestra, si è messo da parte. Un trauma notevole, per i suoi elettori, che non hanno trovato certamente un sostituto accettabile.
L’Italia sull’orlo del baratro economico, la scelta di Monti appoggiato da destra e sinistra, che fino a poco prima si scontravano in modo durissimo. La consapevolezza che l’Italia deve obbedire ad ordini che vengono dall’Europa e non ha più una vera sovranità. E poi la ricetta economica di sacrifici e tasse, che ha peggiorato le prospettive di tutti. Di chi è la colpa? A molti non appare in modo chiaro: Certo, Berlusconi, ma anche le banche, La Germania, L’Europa… Sicuramente la nostra classe dirigente: i politici. Che negli ultimi anni sono stati indicati come casta, ed in effetti si sono circondati di privilegi, compensi elevati, pensioni facili, lauti finanziamenti ai partiti.
E poi quest’anno gli scandali. Da una parte il tesoriere della Margherita Lusi, dall’altra alla famiglia Bossi. Un accoppiamento perfetto per far confermare il “sono tutti uguali”. Perché la Margherita ora è nel PD.
E perché la Lega appariva come il partito dei puri. “Ma come, perfino loro”…
Inutile sottolineare che già nel 1992 Bossi aveva preso 200 milioni della maxi tangente Enimont.
Paradossalmente, lo scandalo nella Lega ha colpito anche aldifuori del suo bacino elettorale, rafforzando la convinzione che anche dietro i personaggi più diversi dal consueto si possa nascondere il malaffare.
Dopo una cura di questo tipo, quasi quasi mi stupisco sia andata a votare così tanta gente.
Ha contribuito però il fatto che fossero elezioni locali, il numero elevato di liste presenti, molte civiche, con molti giovani che, anche nei partiti tradizionali si sono messi in gioco.
E poi hanno contato due fattori: il radicamento ed il rinnovamento.
Per i due candidati sindaci, è evidente, il radicamento rappresentato da Scannagatti, uscito vincente dalle primarie, che gli hanno garantito il pieno appoggio di tutta la coalizione, ha prevalso sul volto nuovo, fin troppo, paracadutato all’ultimo momento dal centrodestra.
Guardando alle forze politiche vincenti del centrosinistra, molti voti sono andati alle forze come il PD ed alla lista Città Persone che sono sempre stati attivi in città, ma hanno saputo presentare molti volti nuovi. Meno voti del previsto agli alleati, che sul piano nazionale ambiscono a risultati più consistenti, ma oggettivamente sono poco conosciuti.
Il rinnovamento premia fortemente il Movimento 5 stelle, che ha già dimostrato anche un certo radicamento, partecipando ad alcune battaglie come quella sul PGT e quella sulla Villa Reale. E premia le liste giovani di Cambia Monza e Primavera Monza.
Bene, tornado all’astensionismo, noi sappiamo che non sono tutti uguali.
Ora ci tocca dimostrarlo!
Cari saluti
Gimmi Perego
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