Un governatore al quarto mandato, un grattacielo, e una piazza di cui persino Google Maps ignora l’esistenza, ma di cui ieri mattina i milanesi e i lombardi si sono riappropriati, scoprendola in molti casi per la prima volta, cercando di far sentire la loro voce fino all’ultimo piano, quello dell’ufficio-suite presidenziale.
Questo è stato Libera la sedia (qui un po’ di immagini, più quelle degli amici Ottavio Giulio Rizzo e Federico Ferme) che come ha detto Pippo Civati “è l’inizio di un percorso”: che deve far incontrare piazza e palazzo, persone, movimenti e partiti, e che deve svolgersi così, come ieri, all’aria aperta. L’inizio di una nuova primavera, dopo quella arancione che ha risvegliato Milano un anno fa.
C’erano tutti, nella piazza sotto al palazzo della Regione, società civilissima e opposizione, militanti e soprattutto cittadini lombardi, c’erano i giornalisti (qui la nota stampa), e si è parlato di tutto: del grattacielo stesso, che fu costruito spianando, in un weekend in cui i milanesi eran via per un ponte, il secolare Bosco di Gioia, e del lungo e ormai logoro rapporto tra Formigoni e il potere lombardo, così lungo da farglielo scambiare, col tempo, per una faccenda di sua esclusiva pertinenza. Di buona politica, nei termini riassunti dal manifesto dell’iniziativa. Di questione morale, che getta la sua ombra su questa amministrazione decimata dalle inchieste, distribuendo una nuova versione appositamente aggiornata del nostro Protocollo di Canossa, insomma un Protocollo del Pirellone.
Se ne è parlato anche qui sul web, ovviamente, su Twitter con l’hashtag #liberalasedia, e tra chi seguiva su Prossima Italia e su Repubblica lo streaming (difficoltoso, perchè sotto al grattacielo da 500 milioni di euro, a Milano, nel 2012, non c’è nessuna rete wi-fi a cui agganciarsi).
E infine, chi c’era ha poi voluto portarsi a casa, oltre all’impegno di continuare questo percorso, i manifesti che avevamo realizzato utilizzando le vignette che Sergio Staino, facendoci un grande regalo, ha voluto dedicare all’iniziativa (e che, per chi non c’era, sono scaricabili in pdf nella versione per la stampa di 70×100 e striscione).
Report