Massimo Cacciari al Teatro Manzoni, per la rassegna “Abitatori del tempo”. Sala piena, a dimostrare ancora una volta quali sono i veri bisogni…
Cosa significa errore? Molteplici significati, anche diversi, ma accomunati dal presupposto che esista una realtà accertabile nel giudizio, ma il giudizio non può essere infallibile. La storia è un susseguirsi di errori, l’uomo è stato educato dai suoi errori, tratto fuori da paradigma a paradigma e non solo quelli scientifici.
Se vivere è condizione del conoscere, errare è condizione della vita. Errando conosciamo, la vita diviene e si svolge; l’errore è insuperabile, è condizione della vita e del conoscere. Non bisogna essere stregati dal sapere, come se il sapere escludesse l’errore; piuttosto, la volontà di conoscenza passa attraverso gli errori.
Nella storia, non si può ripetere un esperimento che sembra portare ad un esito errato. “Napoleone ha fatto un errore andando in Russia” : lo affermo perché ha perso? Allora affermo che “chi non sbaglia vince”?
Bisogna stare molto attenti , non si può sapere in quali condizioni diverse avrebbe vinto .
In realtà, noi falliamo sempre, erriamo rispetto al bersaglio, perché ogni nostra azione, deve intrecciarsi con una moltitudine di cause.
Tanto più siamo in rete, e nel mondo di oggi, nella dimensione globale, vale sempre di più, innumerevoli variabili interagiscono, l’esito di un progetto non può discendere dalla idea, ma dal concatenarsi di innumerevoli idee e progetti, l’”eterogenesi dei fini” è ineludibile. Allora non dobbiamo progettare? Al contrario, ci è richiesta grande responsabilità nell’agire, pur sapendo che agendo erriamo, perché in ogni situazione si aprono infinite alternative e concatenazioni possibili.
Anche se non possediamo la verità, non possiamo trattare la verità come un oggetto, ciò esalta la nostra responsabilità, dobbiamo continuare a cercare la verità. Il nostro progetto non raggiungerà un fine, ma si concatenerà con altri progetti, con altre volontà. Quindi, disincantati dobbiamo accettare l’eterogenesi dei fini e cercare.
Conclusione citando Sant’ Agostino: “il Signore ama chi cerca”.
Tra le risposte alle successive domande del pubblico, la necessità di far discutere filosofia, etica, teologia e scienza, ritrovare il colloquio tra filosofia e conoscenza.
E anche il dialogo tra la dimensione filosofica e quella religiosa, la ricerca filosofica che si interroga sull’uomo e sul nulla e quella religiosa che parte invece da una rivelazione, che spinge comunque a cercare, a interrogare la verità e non a possederla.
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