Il Comitato “La Villa Reale è anche mia” ha tenuto una conferenza stampa per commentare la recente notizia della inaugurazione dei lavori di restauro della Villa, prevista per il 5 marzo con la presenza del Ministro ai beni Culturali e Ambientali Lorenzo Ornaghi e del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, e render conto dell’incontro dello stesso Comitato con il nuovo Direttore generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Lorenzo Lamperti.
La Presidente Bichi Montrasio, ha ribadito la linea del Comitato: Sì al restauro, No alla concessione della gestione commerciale a privati per 20 anni del corpo centrale della Villa, senza alcun vincolo culturale e ambientale circa l’utilizzo del monumento, e con risibili poteri di controllo da parte del Consorzio.
Esempio emblematico della logica speculativa, la destinazione del Belvedere.
Come ha evidenziato Roberto D’Achille, il Belvedere “costituisce uno dei riferimenti storici ambientali fondamentali del progetto piermariniano: è infatti al centro delle due grandi prospettive visive della Villa, da un parte verso ovest e Milano (il Vialone Reale), dall’altra, verso est e Vienna (il cannocchiale del grande Parco)”.
Questo luogo, che dovrebbe essere aperto a tutti i visitatori, dando loro la possibilità di “capire” il complesso monumentale Villa-Parco con un solo colpo d’occhio e magari con apposite illustrazioni, viene invece dal progetto esecutivo, anche in violazione del Progetto Carbonara, destinato ad “alta ristorazione”, cioè a un ristorante di lusso, e in quanto tale riservato a pochi privilegiati.
In base all’argomento secondo cui “non ci sono i soldi”, ci si propone di frammentare diverse parti di Villa e Parco affidandole a privati, motivandoli soltanto secondo una logica speculativa.
E’ invece necessario potenziare le strutture del Consorzio, mettendolo in condizioni di svolgere le proprie funzioni di gestione strategica e controllo (il che comporta un contributo economico, doveroso ma del tutto sostenibile, da parte di tutti i Consorziati ai costi di gestione), e acquisire i finanziamenti necessari per gli investimenti nelle più diverse forme di fund raising, come testimoniano gli esempi di altri monumenti analoghi. Vedi l’esempio di Versailles, che propone ai privati la sponsorship della manutenzione e restauro di spazi e oggetti d’arte della reggia.
Ai privati potranno poi essere affidate le attività esecutive di progetti proposti dal Consorzio. IL Comitato ha anche prospettato la possibilità di un azionariato popolare per finanziare restauri e manutenzioni straordinarie.
Il Comitato si è presentato in tal modo non soltanto come una voce critica, ma anche come una fonte di proposte.
L’incontro con il nuovo Direttore del Consorzio Lamperti, non è stato molto felice. Egli si è dimostrato portatore di una visione ragionieristica della gestione del monumento, privo di una visione progettuale di grande respiro, con scarsa conoscenza e consapevolezza del valore culturale e ambientale del monumento, e soprattutto del fatto che qualsiasi valorizzazione economica deve soggiacere alla conservazione e destinazione culturale del bene.
Il Comitato ha anche proposto una Consulta costituita da gruppi di cittadini, molti dei quali sono portatori di conoscenze ed esperienze preziose sul complesso monumentale.
Il Direttore si è detto vagamente disponibile, purché non si tratti del Comitato “La Villa Reale è anche mia” e soprattutto di Legambiente, rea di aver ricorso al TAR contro la concessione della gestione del corpo centrale della Villa! Allora, da chi dovrebbe essere composto?...disarmante!!!... “il nuovo”…da fare rimpiangere quello “vecchio” di Direttore.
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