Una recente indagine commissionata dalla Provincia di Monza e Brianza, evidenzia come il nostro “ricco” territorio non è esente dalla drammatiche conseguenze occupazionali ,dovute all’attuale “infinita” crisi economica. Due le fasce più colpite: i giovani e i cosiddetti “cinquantenni”.
Infatti il tasso di disoccupazione giovanile in Brianza è oltre il 21% (dai 14 ai 25 anni) e gli avviamenti lavorativi vedono una propria diminuzione proprio nelle classi di età 15-19 e 25’29 anni. Avviamenti al lavoro, che confermano la netta preponderanza del cosiddetto lavoro precario: ogni 100 nuovi rapporti il 63% è assunto con questo tipo di contratti…una condizione che poi trova il 60% di questo tipo di lavori anche in termini di cessazione del rapporto.. L’altra piaga riguarda disoccupazione, licenziamenti e mobilità: dal 2008 al 2011, sono raddoppiati i licenziamenti e i lavoratori messi in mobilità (l’anticamera del licenziamento) sono 4.700 e 1400 i posti di lavoro in meno nel 2011.
Le indagini, certo servono a fornirci un monitoraggio sugli effetti e le ricadute di una crisi, che deve trovare soluzioni a livello nazionale e internazionali, ma nel contempo, fa riflettere il sostanziale immobilismo delle istituzioni provinciali e comunali, che sembrano svolgere il solo ruolo di “spettatori passivi” quando alcuni interventi di sostegno alle situazioni più gravi li potrebbe vedere come protagoniste.
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