Sabato scorso, il Collettivo del Boccaccio ha tenuto una conferenza stampa, proprio fuori dai cancelli della sede storica di via Boccaccio.
Un po’ di seggiole per i partecipanti, un comunicato stampa ed un CD contenente fotografie e documenti che testimoniano la storia del centro sociale monzese.
L’edificio era stato simbolicamente rioccupato pochi giorni prima, in seguito all’ultimo sgombero da via Durini. Simbolicamente, proprio per sottolineare lo stato di abbandono in cui versa l’area dalla quale erano stati sgomberati tre anni prima, per un presunto progetto di riqualificazione, in realtà mai partito. Anzi, dopo l’occupazione, la proprietà ha pensato bene di dissuadere il collettivo mandando una ruspa per demolire e rendere definitivamente inagibile e pericolosa tutta l’area.
Le foto parlano chiaro: negli anni dell’occupazione, seguiti all’esondazione del Lambro del 2002, gli spazi erano stati ripuliti e resi agibili per iniziative musicali e teatrali, laboratori, mostre, officine e l’area era stata così sottratta allo spaccio di droga ed alla prostituzione e abitata da tanti giovani con i loro progetti. In questi anni, sono stati fatti numerosi tentativi per individuare soluzioni “legali”, ma il collettivo lamenta il fatto di essere stato preso in giro dal sindaco, incontrato più volte senza che dagli incontri sortissero proposte reali.
Anche se senza una sede, il FOA Boccaccio ha partecipato attivamente alla vita politica della città, presente nelle ultime significative battaglie, come quelle in difesa della Villa Reale, contro la variante del PGT, in difesa del NEI, ma anche alle campagne referendarie ed in quelle “storiche” di lotta antifascista e contro la precarietà. Da quando è tornato all’occupazione in aprile, sono riprese anche le attività culturali ed è da riconoscere lo sforzo di trovare una relazione positiva con i cittadini del quartiere.
Certo, il tutto avviene con una modalità politica sgradita ai palazzi: è politica antagonista, apartitica, spesso in conflitto con la politica delle istituzioni e questo è il nodo da sciogliere.
Non parliamo di associazioni che si possono qualificare come fornitori di servizi culturali o sociali del Comune, ma di un collettivo autonomo, che rivendica la possibilità di avere uno spazio nel quale far vivere una proposta diversa per la città, culturale e politica e , soprattutto, non vuole essere trattato come un problema di ordine pubblico, perché ha già dato dimostrazioni di essere una forza positiva e propositiva nel panorama della città. Bisogna andare più in là perché, se è vero che parliamo di aree private, queste sono anche lasciate all’incuria, degradate e spesso favoriscono i veri traffici illegali e l’amministrazione della città deve tener conto di questi aspetti…dovrebbe, se non fosse pronta a svendere ogni metro e disinteressata alle politiche giovanili.
Alla fine della conferenza stampa, i ragazzi del collettivo hanno ringraziato i partecipanti e promesso di continuare il percorso e la ricerca del luogo. Nello stesso pomeriggio hanno poi occupato l’ex cinema Apollo, dal quale erano stati sgomberati due anni fa…non hanno aspettato molto! Speriamo che le elezioni dell’anno prossimo ci portino una giunta capace di individuare i problemi e le opportunità e di mediare per trovare soluzioni positive.
Martedì poi il noto “incidente” avvenuto nel palazzo comunale nel quale un gruppo di ragazzi prima “ha interrotto” il consiglio comunale per leggere un proprio comunicato e poi all’uscita c’è stato un “tafferuglio” tra vigilantes e ragazzi stessi.
Durante la conferenza stampa e rispetto all’”incidente” di Martedì in consiglio era presente uno dei nostri Consiglieri comunali Sergio Civati che così ha commentato:
“I ragazzi del Foa in tutti questi anni hanno posto dei problemi veri: mancanza di spazi per l’aggregazione giovanile, riutilizzo delle aree dimesse, una politica diversa per i giovani. Si possono condividere o meno modalità e contenuti delle proteste e delle azioni ma come Pd abbiamo sempre posto all’Amministrazione comunale la necessità di avviare un confronto con il Foa Boccaccio, per individuare da una parte spazi idonei e dall’altra individuare modalità e regole da rispettare nella legalità da parte del Foa.
C’è da parte nostra anche un giudizio molto critico sulle politiche giovanili dell’Assessore Sassoli (iniziative d’immagine, dispersione e riduzione delle risorse, riduzione dei centri giovani etc.) e su questo dovremo continuare a fare proposte e mobilitazione in città.
Infine riguardo all’episodio di Martedì, fermo restando la condanna di qualsiasi atto violento reale o presunto che sia avvenuto al termine dell’iniziativa, ancora una volta abbiamo registrato che anziché abbassare i toni e interloquire con i ragazzi, la Giunta e in particolare l’Assessore Villa, si siano mossi per accentuare le tensioni, le provocazioni e soprattutto cercando di strumentalizzare politicamente quanto è avvenuto.
L’invito mio ai ragazzi del Foa è quello di “non farsi coinvolgere” da queste dinamiche e di continuare ad operare in città con modalità positive e non violente, solo questo potrà permettere loro la costruzione di un maggior consenso in città e per la città”
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