L'esito referendario generale e in particolare della Brianza non lascia spazio ad equivoci alcuni: è il trionfo della democrazia, è la vittoria della partecipazione. Finalmente donne, uomini, nuove e vecchie generazioni hanno potuto esercitare un loro diritto-dovere costituzionale, contro il quale disperatamente e inutilmente si sono opposte le lobby governative dell'acqua privata, del nucleare e delle leggi ad personam.
Contro la partecipazione diffusa sono scesi in campo i poteri forti, che hanno tentato di sporcare le regole, di giocare carte truccate e usare il parlamento a proprio uso e consumo, con artifici “legislativi” per impedire una espressione libera e democratica.
Durante questi mesi i profeti del popolo sovrano hanno effettuato un golpe mediatico, impedendo di fatto la libera informazione e ora, davanti ai risultati inaspettati, affermano che gli italiani non hanno capito, hanno prodotto un voto emotivo e poco consapevole. Ma il voto dato esprime competenza e consapevolezza, esprime la volontà di fermare la mercificazione dei beni naturali appartenenti alle comunità.
Il meraviglioso esito, ha dimostrato che la classe politica ha sottovalutato le mille relazioni orizzontali generate in tutto il territorio , moltiplicatesi nei passa parola, nelle reti reali e virtuali.
La classe politica ha deriso i comitati, ha offeso gli italiani pensandoci come cittadini passivi, prigionieri nel corpo e nella mente, cittadini non più in grado di generare cambiamenti sociali e di esprimere progettualità per il futuro.
La straordinaria risposta del 57% nazionale e del 54,8% Brianzolo ha segnato un nuovo confine tra potere e democrazia partecipativa. La straordinaria vittoria è una sonora lezione in direzione del ceto politico nostrano, incapace di rappresentare la nostra voglia di trasformazione e di cambiamento.
Un cambiamento vero, autentico che superi le logiche ammuffite dello statalismo sciupone e inefficiente; che superi il liberismo barbaro, mercantile e distruttivo dei beni comuni, che avvilisce il diritto di milioni di lavoratori, di giovani, di donne di pensionati.
La lezione data al ceto politico è una lezione fatta di competenze, di passioni, di cultura sociale e relazionale , sconosciuta ai politici di professione che ottusamente, con le loro furbizie, tentano di imporre soluzioni inefficaci per la crisi ecologica e capitalistica e soluzione inadeguate nella complessità della globalizzazione.
Dunque il capitale sociale prodotto con la straordinaria mobilitazione dei comitati, della società civile ,dei movimenti e della sola organizzazione sindacale che si è ampiamente mobilitata, quale la CGIL, è inequivocabile e non può subire strumentalizzazioni del post vittoria.
Che nessuno voglia “ mettere il cappello” su questa vittoria, su questa bella pagina di democrazia diretta, non lasceremo strumentalizzare questo esito, a chi si è accodato per calcoli di potere e non per convinzione.
Una cosa è certa nuove prassi politiche sono nate , nuove modalità di partecipazione e nuovi i linguaggi , i partiti tradizionali devono confrontarsi con i veri protagonisti del cambiamento, che per anni e mesi sono stati lasciati soli in questa battaglia per i beni comuni.
Ora le istituzioni e i governanti devono dimostrare di aver compreso la direzione data dai si referendari, e con lealtà e decisione operare verso:
- una nuova costituente sui beni comuni e sull'acqua, per costruire un testo legislativo unico e innovativo, che parta dalla proposta di Legge popolare fatta dal Comitato Nazionale
- il ritiro delle leggi depositate in parlamento, che perseguono privatizzazioni mascherate da gestioni miste e Autority fantasma
- l’ abrogazione del famigerato decreto Ronchi e della famigerata legge vergogna della regione Lombardia.
In particolare nella Provincia di Monza e Brianza si dovrebbe:
- Convocare gli Ato e in specifico l'Ato della Brianza, per cancellare definitivamente il tentativo di privatizzare il ciclo idrico
- Azzerare i CdA e i Collegi dei Revisori di Brianzaque e di Idra, per porre fine alla commistione tra politica e affari, alla sommatoria di cariche milionarie, spesso in conflitto d'interesse tra di loro, e a alla scarsa professionalità dei nominati dalla politica.
- Ripubblicizzare il Ciclo Idrico della Città di Monza, ora di proprietà di una Azienda comasca, per farlo rientrare nella gestione integrata pubblica della Brianza
Come comitato per la difesa dei Beni Comuni chiediamo la convocazione urgente di una assemblea di tutti i sindaci e del consiglio provinciale di MB per rieleggere i Cda di Brianzacque e di Idra, la cui elezione deve avvenire per competenze e non già per appartenenze politiche, previa selezione e concorso pubblico, mandando a casa tutti coloro che per anni hanno beneficiato dei favori della politica, subordinando i beni pubblici a meri interessi di parte.
Ebbene, una nuova pagina amministrativa e gestionale deve essere scritta, chi ha detto basta ai vecchi percorsi di potere saprà anche controllare e valutare il rispetto del nuovo mandato.
Siamo solo all’inizio di una grande battaglia morale, culturale e progettuale sui beni comuni, sull'ambiente, sulla trasparenza amministrativa
Se il mondo politico brianzolo avrà la modestia di ascoltare i soggetti attivi nella propria comunità comprenderà che esiste un ampio patrimonio di saperi diffusi e trasversali, che numerosi soggetti e gruppi sanno e vogliono parlare di acqua, energia, cultura, scuola pubblica, ricerca scentifica, legalità, difesa del territorio e efficienza amministrativa.
Basta dunque con il feticcio della mercificazione, delle lobby tecnocratiche, dello strapotere dei mangers, che sanno soltanto sprecare risorse enormi e distruggere i servizi di pubblica utilità, alimentando la catena di appalti e sub appalti , dei monopoli di banche e multinazionali.
Si invece alla partecipazione diffusa e alla riappropiazione dei beni comuni da parte della comunità.
Il Comitato provinciale Monza e Brianza per la difesa dei Beni Comuni
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