Un giorno per dire che il Primo Maggio non è solo una data sul calendario, che “quest’anno in barba alla vacanza” è caduta di domenica. Sì, il lavoro per unire il Paese è lo slogan scelto da CGIL, CISL e UIL per festeggiare il Primo Maggio 2011.
A Monza la celebrazione della Festa internazionale del Lavoro ha avuto come teatro naturale piazza San Paolo: le orgogliose bandiere dei sindacati sventolavano nella piazza e parevano cogliere e trasmettere, nel modo migliore, il messaggio di unità invocato anche dal Presidente della Repubblica, mai come questa volta tanto vicino.
Una mattinata gioiosamente iniziata sulle note del rock, proposto da giovani gruppi musicali che si sono alternati sul palco: una colonna sonora fresca e vivace, perché ha contribuito ad accendere di entusiasmo i numerosi occhi che dalle 10 riempivano la piazza. Occhi curiosi e pieni di interesse, mentre si soffermavano sugli stand delle varie Associazioni che partecipavano all’iniziativa.
LA VOCE DELLE PAROLE: “La canzone del maggio”
Giorgia, Silvia e Samantha con le loro fresche voci giovanili hanno ricordato dal palco che nella società contemporanea di ingiustizie ce ne sono state e ce ne sono ancora moltissime. Anche e soprattutto per i giovani, i quali faticano, dopo anni di studio, a vedersi realizzati nel lavoro, ma rimangono emarginati da una società che dichiara esplicitamente di non aver bisogno di loro. “La canzone del maggio”, il capolavoro di De Andrè, aleggiava nell’aria, dapprima come tema dell’intervento, in seguito come filo conduttore dell’intera mattinata.
Poi il momento di Valerio D’Ippolito dell’Associazione Libera che, per un Primo Maggio all’insegna della legalità, ha ricordato a tutti l’importanza della lotta alle mafie nella società civile e la promozione, senza remore, di legalità e giustizia: parole cristalline e temi quanto mai attuali in Brianza!
Ci ha pensato, infine, Antonio Zurlo, Segretario Generale della UIL Monza e Brianza, a riscaldare gli animi con la lettura di un documento a nome dei tre sindacati confederali … per un sindacato che solo nell’unità e nella coesione potrà vedere la propria forza!
LA VOCE DEL CUORE: buon Primo Maggio!
Le parole di unità scandite dal palco sono volate senza barriere a raggiungere, idealmente, tutti: sia chi era presente in piazza, sia chi in piazza non ci viene più perché preferisce prender “per buone le verità della televisione”, sia, infine, chi non ci è mai venuto e “si crede assolto“ rifiutandosi di guardare in faccia alla realtà, perché convinto che “non sta succedendo niente”!
Insomma per tutti, “coinvolti” in una società multietnica ed in continua evoluzione, come quella italiana. E per tutti alle 12.00 è stato offerto un aperitivo, come conclusione conviviale, della splendida mattinata.
Perché è condividendo il cibo che ci si sente uniti, in modo simbolico e anche sostanziale, perché è davanti alla mensa comune che si celebrano i riti più sacri della nostra e di altrui religioni, perché è nell’etimologia stessa della parola l’essenza dell’unione celebrata dalla festività del Primo Maggio: colui che divide il pane con noi è cum- panis... compagno, appunto
Il “Palazzo comunale”, intanto, dall’altra parte della piazza, freddo immobile, non accennava a dividere alcunché con i presenti... men che meno il pane... e rimaneva distate, assorto, immobile nei suoi pensieri, mentre i raggi di un caldo sole di mezzogiorno accarezzavano i presenti ed iniziavano ad allungare le ombre sul terreno.
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