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civati-beppe-genericaCivati e Tosi: "Un governo regionale efficace darà un profilo nuovo e innovativo alla Lombardia.
Dopo un decennio di timori di fronte ai capovolgimenti e alle sfide come la globalizzazione, la Lombardia deve dare una svolta, ripartendo dai nuovi linguaggi e dal loro potere innovatore. E da un governo regionale efficace.

E' il messaggio emerso dal confronto su "Costruire il futuro con nuove professioni", tenutosi nel primo pomeriggio di giovedì.
"Vogliamo una competizione che non guardi al proprio interno, ma ai grandi flussi internazionali - ha esordito Giuseppe Civati aprendo i lavori -. Anche il concetto di identità, tanto caro alla Lombardia, deve essere rivisto in una nuova ottica". Un'ottica in cui non bisogna dimenticare la vera vocazione di questa regione, ovvero l'impresa, ma sempre con un occhio alla cultura, tanto aperta da diventare internazionale e portare con sé il meglio delle attività di questa regione.

Hanno risposto all'appello di Civati tutti i convenuti. Gli assessori alla Cultura delle grandi città lombarde in primis. E Stefano Boeri per tutti gli amministratori che si occupano del settore: "Stiamo cercando di dare una risposta a una città che ha una dimensione molecolare delle energie", ha esordito. E non è stato facile, se le ha definite "mondo diffuso di energie creative". Ma di cosa aveva bisogno questo piccolo ecosistema, Boeri e la Giunta Pisapia lo hanno capito bene, dopo un primo momento di ascolto: "Visibilità, quindi una mappa per collocarsi e relazionarsi, anche attraverso un portale della cultura. Spazi, ovvero il progetto 'Ansaldo' che è la nostra risposta più giusta e che Macao ci ha obbligato ad accelerare, anche se il progetto già urgeva. Servizi che queste realtà chiedono per poter operare". Tenendo conto che Milano, dal punto di vista culturale, è centripeta: "C'è una costellazione delle reti di quartiere con punti vitali come biblioteche, scuole pubbliche, cascine che portano in periferia la cultura". 

Diretta al cuore del problema la proposta del giornalista e imprenditore Giorgio Gori che ha esordito proponendo di "tradurre i discorsi in qualcosa di pratico": secondo Gori, infatti, il problema è far nascere nuove imprese perché è l'unico modo di creare nuovi posti di lavoro. "Mi piacerebbe che in ogni provincia si facesse un bando, ogni 18 mesi, per fare nuove start up e farne nascere una cinquantina".

Dal profondo nord est, Cà Foscari di Venezia, il professore di economia Stefano Micelli è giunto a Milano parlando di un nuovo artigianato, di cui si sta dibattendo perfino negli Usa. "E' un grande errore non capire la ricchezza dietro certi mestieri - ha detto Micelli -, c'è molta creatività e intelligenza nel saper fare. Il mondo se ne sta accorgendo, non arriviamo troppo tardi".

Il dibattito è proseguito tra la proposta di Maria Grazia Mattei e il suo Meet the Media Guru, ovvero uno scambio e una circolazione di idee ad altissimo livello, e quella di consulenti e imprenditori come Matteo Fenaroli di Trenta Quarantea eNicola Zanardi di Hublab. Andrea Cancellato, direttore generale della Fondazione Triennale di Milano, ha speso una parola per il meglio delle professioni immateriali italiane, il design, che vive una fase difficile, ma al quale "serve dare strumenti per crescere insieme alle piccole e medie imprese".

"La Lombardia - ha concluso Stefano Tosi - è, come tutti, in una fase di transizione. Non siamo un Paese giovane e non lo è neanche questa regione, ma dobbiamo far diventare questa una opportunità. Le sfide degli ultimi anni e la globalizzazione hanno trovato impreparata l'alleanza Pdl-Lega che ha avuto paura, per cui se non siamo certo falliti, ci siamo però rattrappiti, piegati su noi stessi. L'innovazione e i nuovi linguaggi servono a farci uscire dall'impasse. Ma c'è bisogno di un governo regionale efficace: solo così daremo un nuovo profilo alla nostra regione".