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Immigrati sfruttati e incattiviti creano disordini a Rosarno, cittadini impauriti rispondono con la giustizia fai-da-te: ecco i successi del governo. Bersani: "Basta scaricabarile, Maroni si ricordi che questi sono i risultati della Bossi-Fini".

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Auto incendiate, cassonetti divelti, centinaia di persone armate di spranghe che si riversano nelle strade. È uno scenario da guerriglia civile, eppure a fare da sfondo questa volta non è Teheran, ma Rosarno, cittadina in provincia di Reggio Calabria. Una località sconosciuta ai più, ma che da ieri è diventata simbolo di un malcontento diffuso e costantemente sovrastato dagli spot di un governo incapace. Quello dei cittadini calabresi, giustamente affamati di quella fantomatica sicurezza che è valsa un voto al centrodestra, ma che per ora completa solo l’elenco delle troppe promesse tradite. Quella degli immigrati sfruttati dalla ndrangheta, costretti a lavorare 14 ore per appena 15 euro e perseguitati dalle leggi di un governo schiavo della Lega Nord.

Strade di guerra. Il mix di tanta tensione è stato esplosivo e si è tradotto in quella che ormai è una cronaca agghiacciante. A fornire la miccia il ferimento di due extracomunitari da parte di ignoti armati di arma ad aria compressa e pallini da caccia. Poi la reazione brutale. La colonia di lavoratori stranieri ammassata nella struttura di Rosarno, in condizioni che poco o nulla hanno a che fare con la dignità che si dovrebbe rendere ad un essere umano, si è riversata nelle strade distruggendo auto, cassonetti, diffondendo il caos e ferendo persone innocenti. Gli scontri sono stati fermati dalla polizia in assetto antisommossa e per molti dei facinorosi è scattato l’arresto. La cittadina, ancora sotto choc, ha poi dovuto fare i conti con altri disordini. Questa mattina infatti un gruppo di ragazzi, costituiti in una sorta di ronda spontanea, ha battuto le vie di Rosarno dicendo: “Siamo a caccia degli africani, difendiamo la nostra città”.

Una tragedia annunciata. Ecco il risultato di cui il governo si vanta: immigrati accecati dall’odio, trattati da bestie e alla fine diventate tali e cittadini impauriti che, sempre più sfiduciati, prendono esempio dal governo e si fanno giustizia da soli. La profonda conoscenza che il questa maggioranza possiede in merito ai problemi del paese e alle tensioni sociali si esplica nelle parole del ministro Roberto Maroni che etichetta e liquida gli avvenimenti calabresi come “frutto di troppa tolleranza nei confronti degli immigrati”. Niente di più semplice: di certo avrebbe detto la stessa cosa un abitante di Rosarno, giustamente impaurito, giustamente arrabbiato. Ma da un ministro ci si aspetterebbe qualcosa di più, qualcosa che vada oltre il solito populismo. Perché Maroni non si è occupato prima del casi Rosarno? Perché per mesi ha fatto finta di non sapere in quali condizioni vivevano quelle persone immigrate, sfruttate dalla criminalità, accampate alla meno peggio? Già nel gennaio 2009 una delegazione della regione Calabria era giunta a Roma per avvertire la protezione civile del rischio rivolta. Ma non solo, Agazio Loiero, presidente della regione spiega: “Avevamo chiesto per tempo l'intervento del Ministero dell'Interno. Ma niente e' stato fatto per eliminare la causa di questo malessere sociale, ora esploso in maniera virulenta. Non si puo' risolvere tutto con un'operazione di polizia. Come vivono, o meglio non vivono, quegli immigrati e' noto a tutti e non da ieri. Chi doveva intervenire non ha mosso un dito. Dei 200 mila euro promessi dal Ministero non e' arrivato nulla. Solo la Regione, sebbene il tema immigrazione sia estraneo alle proprie competenze, ha speso 50 mila euro per alleviare e rendere meno odiose le condizioni di vita di tanti disperati soggetti allo sfruttamento, alle angherie dei caporali e alla violenza della mafia che l'anno scorso ha sparato e ferito due di loro. Allora gli immigrati si ribellarono e denunciarono i loro sfruttatori e gli autori del criminale episodio. Avremmo preferito ora lo stesso tipo di reazione da parte loro, una reazione cioe' civile ed esemplare soprattutto in una terra dove la prepotenza dei clan chiude molte bocche. La violenza non e' mai giustificabile. Mi auguro che la ragione prevalga''.

Nella mani della ndrangheta. L’unica soluzione possibile è anche la più ovvia: spegnere la miccia. Cambiare il degrado che è all’origine di tata violenza. “Il problema degli immigrati è legato a quello della ndrangheta - ha detto don Pino Demasi, vicario generale della diocesi di Oppido Palmi e referente per la Calabria di “Libera”, l’associazione antimafia di don Ciotti – c’è uno sfruttamento pilotato da parte della criminalità e questo a causa dell’assenza dello Stato, che deve tornare a intervenire. Qui c’è una gara quotidiana di solidarietà da parte dei cittadini per aiutare gli immigrati, ma la carità non basta, non risolve i problemi. I luoghi in cui vivono gli immigrati sono veri e propri gironi danteschi. Queste persone vivono in condizioni disumane e disperate”. Anche il commissario prefettizio Domenico Bagnato dichiara: ”Ho parlato con i migranti e ho detto loro che faremo di tutto per proteggerli, ma ho anche specificato che non devono confondere l’attacco dei singoli con l’atteggiamento di tutta la cittadinanza”.

Le reazioni del PD. Il segretario del PD, Pier Luigi Bersani replica al ministro Maroni: “Mi dispiace molto che il ministro dell'Interno non abbia perso l'occasione, anche questa volta, di fare lo scaricabarile sulla famosa immigrazione clandestina. Prima bisogna fare in modo di riportare la calma, poi andare alla radice di una situazione fatta sicuramente di mafia, sfruttamento, xenofobia e razzismo. Io vorrei ricordare a Maroni che viviamo da anni in vigenza di una legge che si chiama Bossi-Fini. E' ora che se lo ricordi anche il ministro".

Marina Sereni, vicepresidente PD, dichiara "I fatti hanno la testa dura e quelli di Rosarno ci richiamano drammaticamente alla realta'". Cosi' la vice presidente del Partito democratico, Marina Sereni. "Questo governo in materia di immigrazione- sottolinea- ha fallito miseramente: la propaganda sui respingimenti non ha affatto frenato l'immigrazione irregolare e la mancanza di qualsiasi seria politica di governo dei flussi migratori che fosse capace di corrispondere alle esigenze del mercato del lavoro e delle imprese e alle possibilita' di accoglienza, ha lasciato spazio allo sfruttamento, all'illegalita', alle mafie e al razzismo". Sereni aggiunge che "i numeri sulle ore di cassa integrazione resi noti oggi ci dicono che siamo ancora dentro una crisi economica e sociale senza precedenti che colpisce migliaia di famiglie, imprese, lavoratori. Anziche' dichiararsi 'soddisfatti', come fa il ministro Sacconi, perche' ci sarebbero risorse sufficienti per gli ammortizzatori sociali, sarebbe ora che il governo proponesse interventi per sostenere la ripresa e investimenti nei settori strategici, dalla scuola alla ricerca alla green economy, dai quali possa venire nuovo sviluppo e nuova occupazione che sono l'unico vero argine alla deriva di intolleranza e di insofferenza che sta dilagando tra le fasce piu' deboli della societa'".

Jean-Léonard Touadi, deputato congolese del PD, rivolge un appello agli immigrati: “Lancio un appello ai migranti sudanesi, ivoriani, senegalesi, congolesi presenti a Rosarno: i motivi della vostra sofferenza non devono portarvi a compiere gesti di violenza urbana. Così facendo otterrete il risultato opposto, impedendo di capire le ragioni del vostro disagio. Quanto accaduto ieri sera a Rosarno non deve più ripetersi. Mi ritrovo nelle parole del Presidente Loiero, il quale giustamente mette in evidenza che le vittime sono sia gli abitanti di Rosarno, allarmati per la situazione che si è determinata ieri sera, che gli immigrati sfruttati e vessati dalla criminalità organizzata. Inoltre mi metto a disposizione delle autorita' locali calabresi per stabilire un contatto dialettico con le comunità di immigrati presenti in zona e chiedo al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, di non sottovalutare la drammatica condizione di sfruttamento dei lavoratori stranieri".

Per il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, segretario della commissione Affari europei “le violenze di Rosarno sono da condannare, ma leggi in fatto di immigrazione di Pdl e Lega rischiano solo di essere come benzina gettata sul fuoco. Chi pensava che col nuovo anno i problemi si sarebbero risolti si e' sbagliato di grosso. Spesso gli stranieri, che arrivano in Italia per lavori stagionali, sono costretti a vivere peggio di quanto avveniva per i nostri immigrati ai primi del '900". Per Di Giovan Paolo, Pdl e Lega "continuano a sottovalutare la situazione", anche per quanto riguarda "il lavoro irregolare nei campi". Il deputato Pd ricorda inoltre l'interpellanza presentata sul Cie di Ponte Galeria a Roma, "che riguarda le condizioni di vita in tutti Cie", e la mozione "con 70 consensi bipartisan, sulla vivibilita' delle carceri, che oramai accolgono quasi 66 mila persone. Mi aspetto- conclude infine Di Giovan Paolo- che entrambi i temi siano affrontati nei prossimi giorni".ù

"E' necessario impedire la guerra tra immigrati sfruttati e cittadini onesti. Il ministro Maroni anziché ripetere il copione della propaganda faccia qualcosa per combattere la criminalità che sfrutta gli immigrati e continua a tenere in ostaggio parte del territorio calabrese". Lo afferma in una nota Livia Turco, capogruppo del Pd nella commissione Affari sociali della Camera. "Il vero obiettivo - prosegue - è liberare gli italiani e gli immigrati dalla criminalità e battersi contro lo sfruttamento degli uni e degli altri. Il governo applichi la Direttiva europea che prevede proprio sanzioni gravi nei confronti dei datori di lavoro che sfruttano gli immigrati".

Ferma condanna della violenza, ma con le sue parole sulla protesta degli immigrati di Rosarno il ministro dell'Interno dimostra di ricorrere a "proclami demagogici e xenofobi" senza conoscere il "neo-schiavismo" a cui sono costretti i clandestini in molte zone del Sud. Lo sostiene Enzo Lavarra, presidente del forum Agricoltura del PD. "La condanna di qualsiasi atto violento - premette il Democratico - deve essere ferma e decisa ed è doveroso garantire la sicurezza di tutti i cittadini e la convivenza civile. In questo quadro, però, si deve comprendere e valutare, soprattutto da parte del governo e del ministro degli Interni, che in molte zone del Sud il reclutamento della manodopera clandestina è gestito dalle organizzazioni criminali e produce sfruttamento odioso e neo schiavista. Nelle campagne il fenomeno agisce anche contro gli stessi agricoltori, sovente costretti a cedere i loro terreni alla mafia per le attività stagionali dove si impiega, in condizioni di disumane di vita e di lavoro, la manodopera immigrata. Occorre un patto di civiltà che preveda, per esempio l`allestimento di centri di soccorso nelle masserie dismesse e l`applicazione della normativa europea contro lo sfruttamento. Attendiamo quindi dal ministro Maroni - conclude - atti concreti e la fine di proclami demagogici e xenofobi".


Iv.Gia

 

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