dimissioniinbiancoUna norma di civiltà.

Così, sinteticamente ed efficacemente, il capogruppo alla Camera del PD Roberto Speranza, ha definito l’approvazione alla Camera, col voto favorevole di PD e Sel, e quello contrario del “resto del mondo” - per la precisione astensione della Lega e voto contrario di Ncd, M5S e Scelta civica - la proposta di legge che pone fine a quella pratica odiosa, posta in essere da certi datori di lavoro senza scrupoli, che consiste nel richiedere al lavoratore, ma molto più spesso la donna lavoratrice, di firmare una lettera di dimissioni in bianco al momento dell'assunzione.

Una lettera spesso utilizzata strumentalmente in caso di gravidanza o di malattia prolungata del lavoratore.

“Tra il 2009 e il 2010 quasi 37000 donne hanno deciso di abbandonare il lavoro alla nascita del proprio figlio, ufficialmente per carenze dei servizi dell'infanzia o per il loro costo elevato” ha precisato Roberto Speranza “Ma è anche a causa di una legislazione 'ricattatoria' se molte lavoratrici e lavoratori sono costretti, all'atto dell'assunzione, a firmare quelle che vengono definite 'dimissioni in bianco".

Nell’attesa di capire le ragioni della contrarietà a tale normativa da parte di forze politiche che quotidianamente si ergono e autoproclamano paladini dei diritti dell’umanità intera, il dato politico importante è che, grazie al voto del PD, la lettera di dimissioni volontarie dovrà essere sottoscritta dal lavoratore, pena la sua nullità, su appositi moduli resi disponibili gratuitamente dalle direzioni territoriali del lavoro, dagli uffici comunali e dai centri per l'impiego, moduli che non si potranno contraffare perché avranno una numerazione progressiva.

La nuova procedura porterà peraltro a una semplificazione burocratica per le imprese perché prevede esplicitamente che debbano essere il lavoratore o la lavoratrice a farsi carico del reperimento del modulo: questo a significare la sterilità delle polemiche di quanti hanno giustificato il loro voto contrario sull’assunto che la nuova normativa introdurrebbe ulteriori complicazioni burocratiche per le aziende.

Questa norma di tutela varrà peraltro – altra novità importante - per tutti i contratti di lavoro, dai rapporti di lavoro subordinato a quelli di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, ai contratti di collaborazione di natura occasionale, alle associazioni in partecipazione, ed al contratto di lavoro instaurato dalle cooperative con i propri soci.

La normativa prevede anche che se la lavoratrice o il lavoratore si saranno assenti dal lavoro, senza fornire comunicazioni, per oltre sette giorni, il rapporto si intenderà risolto per dimissioni volontarie anche senza sottoscrizione dei moduli previsti dalla proposta di legge.

Il testo, approvato a Montecitorio con 300 sì, 101 no e 21 astenuti, passa ora al Senato.

“Questa legge deve essere sostenuta e approvata definitivamente al Senato, su questo ci sarà l'impegno delle Senatrici e dei Senatori convinti della necessità di contrastare una pratica lesiva della libertà, dignità e diritti di lavoratrici e lavoratori" ha dichiarato Valeria Fedeli, Vice Presidente del Senato.