Da qualche tempo viaggiando per l’Italia sempre più spesso si notano delle novità paesaggistiche: distese di pannelli grigio scuri distribuiti ordinatamente sulla superficie del terreno.
Come è noto si tratta degli impianti fotovoltaici per produrre energia dal sole, che si diffondono velocemente sia per gli incentivi statali sia per i costi sempre maggiori delle materie prime che finora abbiamo utilizzato per lo stesso scopo. In questo contesto anche la Brianza si dà da fare. Com’è nelle sue tradizioni imprenditoriali, fiutato il business, sono fioccate le iniziative. Tanto è che la Provincia, in termini di densità di produzione (Kw per Kmq, cioè potenza prodotta rapportata al territorio, per la provincia il valore è 130) è la quinta in Italia e prima in Lombardia! E’ interessante notare che le due prime province in Italia sono Brindisi (246 Kw/Kmq) e Lecce (202), perché avvantaggiate dalla disponibilità di terreni liberi! E qui si dovrebbe fare qualche considerazione (o mea culpa) sul consumo di territorio brianzolo! In Brianza si debbono sfruttare i tetti degli edifici e dei capannoni, in mancanza di altro. Qualche numero: la Brianza, con i suoi 52.000 Kw di potenza installata, produce col fotovoltaico solo l’1,4% del totale (secondo le direttive CEE nel 2020 questo valore deve essere il 20%) però nel solo 2011 la produzione è più che raddoppiata e il trend di crescita è impressionante. L’interesse dei produttori del settore è condiviso dai potenziali consumatori, visto che si parla di risparmi nei costi dell’energia dell’ordine del 10-20%. In questo quadro finora roseo una grossa preoccupazione: la fine della politica degli incentivi, come traspare dalle ultime manovre economiche governative, tese a tagliare le spese e ahimé anche quelle di stimolo alle iniziative industriali promettenti.