Le interviste di Bersani e di Franceschini su Repubblica che stanno facendo innervosire il popolo del PD, sono, a mio giudizio, assolutamente condivisibili perché fissano alcuni paletti di metodo. I due interventi propongono idee molto simili a quelle proposte nell'ultima riunione del mio circolo, dove le diverse anime del PD convivono e si confrontano sempre in modo aperto e costruttivo.
Nell'intervista, Bersani ha detto che in questo momento è necessario organizzare l'alternativa a Berlusconi pianificando gli eventi secondo un preciso ordine cronologico: prima la formalizzazione delle proposte del PD, poi la valutazione delle possibili alleanze in base alla condivisione dei temi proposti. Ma nonostante questo concetto fosse chiaramente espresso, il titolo dell'articolo su Repubblica riportava "Bersani: 'Ora alleanza col terzo polo' - Il Pd pensa a sacrificare le primarie", quasi rovesciando il senso dei concetti espressi nell’articolo. La stessa intervista, sul sito del PD, era intitolata “Un patto per la riforma della Repubblica – Un’alleanza per lavoro e crescita”.
Sebbene nella giornata successiva, Bersani abbia cercato in tutti i modi di ribadire che prima di tutto viene il progetto e che le eventuali alleanze saranno subordinate alla condivisione delle proposte in esso contenute, i commenti postati sul sito del PD rivelano una base "inferocita" con il segretario, al punto che lo stesso Bersani si è sentito in dovere postare egli stesso due commenti all’intervista per placare gli animi (post #43 e #111).
Possibile che il Bersani-pensiero sia così complicato da comprendere?
Nella sua intervista Franceschini è stato ancora più chiaro. In questo momento di emergenza democratica (le parole di Gasparri di oggi ne sono un esempio lampante) non bisogna escludere a priori nessuno che sia disponibile a condividere le proposte avanzate dal PD per ricostruire il tessuto democratico del nostro paese, perché "…anche se vincessimo noi le elezioni forse non avremmo da soli le forze per fare quello che serve…". Ma anche in questo caso il titolo su Repubblica stravolge il concetto "Pd e alleanze, Franceschini sul web ‘Con il Terzo polo, come i partigiani'". Non vi sembra un po' strano?
Personalmente sono molto allarmato dal fatto che la stampa abbia presentato le due interviste come la scelta di spostarsi al centro e di affondare le primarie, provocando in questo modo la reazione disordinata di dirigenti, iscritti e futuri possibili alleati.
Se si poteva supporre inizialmente un errore del giornalista nell'interpretare il pensiero del segretario del PD, è certamente anomalo che, nei giorni successivi, nonostante i ripetuti chiarimenti di Bersani e Franceschini, i quotidiani maggiori abbiano continuato ad alimentare la polemica con titoli fuorvianti.
Questi sono "giochini" pericolosi che possono avere come finalità il mettere in cattiva luce il PD. Una fase che ricorda molto quella del '94 quando nel vuoto del centro destra si affacciò improvvisamente Berlusconi appoggiato anche da una certa stampa e finì col vincere le elezioni. La storia di ripete?