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profughiPer analizzare il contesto in cui è nato e gli obiettivi politici che si pone il nuovo Decreto Immigrazione, sfrutto un bell’intervento fatto da Matteo Mauri, viceministro dell’Interno, nell’evento Facebook organizzato il 13 gennaio 2021 dal PD Monza e Brianza.

Trovate il video all’indirizzo https://www.facebook.com/federazionepd.monzabrianza/videos/163714155541267

Il nome dell’evento era “IL NUOVO DECRETO IMMIGRAZIONE - l'avevamo promesso, l'abbiamo fatto”

Matteo Mauri ha ricordato come, dopo il Decreto sulla Regolarizzazione, si era detto che il lavoro era appena all'inizio; lo stesso può essere detto oggi dopo il nuovo Decreto Immigrazione. In un certo senso entrambi i decreti sono delle pezze.

Il Decreto sulla Regolarizzazione mette una pezza sulla legislazione italiana relativa alla

immigrazione: la legislazione italiana non consente un ingresso regolare e regolato nel nostro Paese e questo produce inevitabilmente irregolarità. Questa è la ragione per cui, prima di noi, tutte le maggioranze che si sono succedute in questo Paese hanno dovuto effettuare delle regolarizzazioni; quando il sistema produce irregolarità, il sistema stesso deve periodicamente sanarla perché non può permettersi di avere una massa di persone, magari con un lavoro, ma irregolari sul territorio. Le più grandi regolarizzazioni di questo Paese le ha fatte il centro-destra, non le ha fatte il centro-sinistra!

E poi c'è il Decreto Immigrazione che Matteo Mauri ha ribadito si è voluto chiamare “immigrazione” e non “sicurezza” per una precisa scelta tutta politica!

Il nuovo Decreto Immigrazione supera completamente i decreti Salvini, che hanno rappresentato tutto meno che un elemento di sicurezza; quindi il grande merito del nuovo decreto immigrazione è quello di cancellare un provvedimento che era fortemente negativo per tutti: chi chiedeva di essere accolto e chi accoglieva.

Dopo la Regolarizzazione e il nuovo Decreto Immigrazione ci sono almeno due altri passaggi fondamentali da affrontare:

  • la legge sulla cittadinanza (vedi la discussione interna al centro-sinistra sullo ius soli e sullo ius culturae)
  • il testo unico sull'immigrazione; quello vigente, la legge Bossi-Fini, è ormai ampiamente superato dall'evoluzione della società italiana.

Matteo Mauri ha evidenziato come smontare provvedimenti negativi del centrodestra sia decisamente più facile che costruire nuove proposte: quando rifai le leggi sei in mare aperto e anche tra di noi ci possono essere punti di vista diversi. Per questa ragione, secondo Matteo Mauri, sarebbe opportuno avviare una grande discussione nazionale, non solo all'interno delle forze politiche ma con tutta la società, per definire i requisiti di una nuova legge sull'immigrazione, che guardi in prospettiva.

È opportuno comunque ricordare che questo processo di dialogo tra la politica e la società civile è stato già seguito per definire i contenuti del nuovo decreto immigrazione e tanti degli argomenti che sono stati posti dalle forze sindacali e associative che seguono il fenomeno dell'immigrazione hanno trovato una risposta nel testo del nuovo decreto.

Questo approccio di dialogo costante e costruttivo con tutte le forze politiche e con i cittadini deve rappresentare il superamento di una posizione che il Partito Democratico si è autoimposta e che consiste nella convinzione che sia meglio non parlare di immigrazione: meglio tenerla sotto il tappeto, meno se ne parla meglio è, perché noi perdiamo voti e gli altri li guadagnano.

NO! Questo è il meccanismo sbagliato che ci ha messo sulla difensiva, mentre il governo dei fenomeni migratori deve essere uno degli elementi centrali del nostro programma politico, dato che questo fenomeno è così presente nella vita di tutti noi!

Questa è esattamente la ragione per cui nel nuovo decreto immigrazione, sul fronte dell'accoglienza e dell'integrazione, abbiamo deciso di tornare al modello dell'accoglienza diffusa, facendogli fare anche un passo in avanti.

Cosa ha fatto Salvini con i suoi decreti? Ha provato, in modo assolutamente lucido e razionale, a creare un problema, ha provato di creare un conflitto tra gli ultimi e i penultimi, costruendo su questo un pezzo significativo del proprio consenso.

Come l'ha fatto Salvini? Sul tema accoglienza e integrazione, Salvini ha buttato fuori dal sistema di accoglienza diffusa sul territorio (lo SPRAR) i richiedenti asilo, non dandogli alcun tipo di integrazione e spingendo verso un modello di grandi centri posti magari nelle zone periferiche delle città, con tantissime

persone, con poca assistenza, poca accoglienza e nessuna integrazione. Se vuoi costruire il conflitto questo è il modo migliore! Questo è il modo migliore per mettere la comunità residente contro i nuovi arrivati, presentati come degli estranei, sostanzialmente dei nemici e costruendo il consenso sulla logica, vecchia come il mondo, amici-nemici.

Ma una società avanzata può accettare ancora una logica di questo tipo? Io dico di no!

Perciò noi abbiamo ricostruito un meccanismo che spinge verso un'accoglienza di piccoli gruppi diffusi sul territorio, più facili da accogliere dai residenti sul territorio e ripristinando strumenti di integrazione, addirittura potenziandoli rispetto allo SPRAR, facendo un passo avanti sulla possibilità di un'integrazione tramite il lavoro (formazione e inserimento nel mondo del lavoro). Sappiamo quanto il lavoro sia determinante per poter creare condizioni di vita dignitose e rispettose della sicurezza collettiva.

Tra parentesi è sempre utile ricordare come i cittadini di origine straniera con una vita regolare, inseriti nella nostra società, hanno un tasso di criminalità del tutto simile a quello dei cittadini italiani. Al contrario non può essere nascosto che chi si trova sul territorio in condizioni di irregolarità e di precarietà è molto più esposto a commettere reati.

Analogamente, sul tema della Protezione Umanitaria, cosa ha fatto Salvini? L'ha abolita! Così facendo ha creato più irregolarità (e quindi meno sicurezza) dalla sera alla mattina. Prima dei decreti Salvini, 40 persone su 100 venivano accolte in nome di una qualche forma di protezione. Qual era la media europea? Esattamente il 40%, per cui il nostro livello di accoglienza era assolutamente in linea con la realtà europea. Cancellando la protezione umanitaria il nostro livello di accoglienza è sceso al 20%. Cosa prodotto Salvini? Il 20% in più di persone irregolari dalla sera alla mattina.

Per rimediare a tutto ciò il nuovo decreto immigrazione ha reintrodotto la Protezione Umanitaria.

In sintesi possiamo dire che il nuovo decreto sicurezza è stato fatto col cuore e la passione ma anche con la testa, cioè con la razionalità di considerare la riduzione del livello di irregolarità un elemento di sicurezza sociale.

Infine Matteo Mauri ha evidenziato come la formulazione del nuovo decreto immigrazione sia stata il frutto di una piena collaborazione tra tutte le forze politiche della maggioranza.

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