In questi mesi in diversi articoli di stampa l’Assessore Maffè, ha più volte annunciato la messa a punto di un progetto per insediare all’interno del Parco di Monza un grande “orto botanico” a livello europeo.
Su questo argomento il consigliere Sergio Civati e il Pd sono intervenuti e presentato una interpellanza
L’area
L’area prescelta è quella dei 50 ettari della Facoltà d’Agraria, un area a confine tra l’entrata di porta Villasanta e quella di Via Lecco.Una delle poche grandi aree rimaste aperte come spazio di frequentazione libera del pubblico e che la Legge Regionale 40 ha giustamente previsto e programmato nei suoi interventi di recupero ispirati al disegno originario che prevedeva l’individuazione di percorsi che ne garantiscano la fruizione pubblica e che siano significativi nel rispetto dei filari e del patrimonio arboreo oggi esistente.
La stessa legge 40 parla di sperimentazioni didattiche definite volutamente “leggere” e compatibili con l’integrità degli spazi così come si sono delineati nel tempo.
Il progetto orto botanico
Il progetto prevede: un arboreo, alcuni orti, un percorso naturalistico e sei serre di cinquecento metri quadri l’una per un totale di 3 mila m2.
Serre suddivise per: piante grasse, tradizionali, tropicali, subtropicali e infine con alcune ad atmosfere modificate.
Infine nella zona dovrebbe essere insediato una struttura per le funzione di reception e di utilizzo didattico con sale polifunzionali.
l’Obiettivo
Realizzare, dopo il Golf e l’Autodromo una altra grande iniziativa che dovrebbe avere una grande attrazione turistica e di frequentazione per migliaia di visitatori con i riflessi economici e d’immagine conseguenti, che andrebbe, secondo il Sig.Sindaco a complemento della stessa funzione attrattiva attesa nella ristrutturazione della nuova Villa Reale
Premesso che non c’è da parte del PD nessuna preclusione politica o ideologica per iniziative che si ritengano compatibili ed in armonia con le funzioni del Parco, questa iniziativa fa nascere però preoccupazione e domande.
Siamo infatti in presenza del rischio di avere una ulteriore pesante riduzione di fruizione dei cittadini dell’aree libere rimaste nel Parco
E’ evidente che dei 700 ettari complessivi del Parco, in questi decenni è andato progressivamente riducendosi a quasi la metà (dopo autodromo, golf e non solo) la parte di libera frequentazione del parco per quello che dovrebbe essere, così com’è.
E’ andata poi avanti da parte di questo Assessore, una modalità più sottile e per certi versi più persuasiva di questa riduzione delle aree a fruizione pubblica.
Iniziative come quelle del maneggio prima e adesso dell’orto botanico, hanno indubbiamente il segno di potenziale coerenza ambientale e nel contempo riducono oggettivamente pian piano in maniera soft la libera fruizione, aumentando la presenza di iniziative private con insediamenti che rischiano di essere estranei al Parco stesso.
Ma cosa c’entra un orto botanico con il Parco di Monza?
Lo chiediamo con una interpellanza all’Assessore Maffè, Cosa c’entri l’insediamento di un grande orto botanico con piante tropicali e subtropicali calato dall’esterno (Expo), quando è già il Parco stesso un grande parco botanico a cielo aperto, con una natura propria e autoctona.
Un'altra struttura fissa?
Per realizzare una altra grande opera, l’Assessore ha evocato la necessità di promozione, servizi, marketing etc. e di conseguenza di avere una struttura adeguata di servizio alla grande iniziativa.
Escluso che per tale funzioni basti l’attuale piccolo edificio dell’Isolino, cosa si prevede allora? Una nuova struttura all’interno del parco?
Non ci sono i soldi per la manutenzione ordinaria e si dovrebbero trovare e spendere 10 mil di euro per una unica opera?
Per realizzare questo progetto ci vorrebbero 10 mil. di euro, che manco a dirlo andrebbero attinti dal grande salvadanaio dell’Expo e dalla ricerca di sponsor pubblici e privati.
Ma è pensabile che dopo aver varato un recente Bilancio Comunale che ha appena sancito la riduzione dei fondi per la manutenzione ordinaria, in una situazione nella quale, gli unici interventi fanno ancora riferimento a fondi stanziati dalla precedente amministrazione, si possa pensare di trovare e spendere 10 milioni di euro per una sola e grande opera? Una scelta economica che risponde forse alla mania di “grandeur” di questa Giunta che ai reali interessi dei cittadini di Monza e dei frequentatori del Parco.
Ma il Consorzio?
Infine l’ultima domanda, in questa fase che definisco di “anarchia creativa”, da parte di chi si dovrebbe curare e decidere del Parco e della Villa, ci domandiamo…ma non dovrebbe essere il compito del Consorzio la progettazione, l’esame, la discussione e la decisione per tali oggetti?
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