Egregio Direttore,
Innanzi tutto La ringraziamo per l’attenzione che, pur con la fatica che Lei stesso ammette, sta dedicando in prima persona a seguire i lavori dell’Aula.
Siamo convinti che non lo faccia solo per dovere professionale. Lei ci ha chiesto una risposta “dimente libera e non offuscata dalle appartenenze” circa l’eccessivo, a suo giudizio, tempo speso per il nuovo Regolamento del Consiglio Comunale.
Partiamo proprio da qui, da questa libertà priva di condizionamenti/arroccamenti che ci ha consentito di sviluppare un confronto dialettico a volte serrato e spumeggiante, ma tutto sommato molto civile e collaborativo affinché si potesse arrivare ad un testo il più condiviso possibile, che fosse di autentica garanzia per tutti. Per rimanere nella metafora calcistica qui non si trattava semplicemente di stabilire “cosa è un goal o che calzoncini indossare”, non è una questione di forma, ma di sostanza! Stiamo parlando delle regole fondamentali, di principio, dei tempi del “gioco”, cioè della improcrastinabile esigenza di aggiornare un regolamento datato di quasi trent’anni, pur con i necessari, minimi adeguamenti normativi anch’essi comunque vecchi di oltre dieci anni.
È significativo che un Consiglio quasi completamente rinnovato e con una forte componente giovane abbia sentito questa esigenza, questa voglia di rivedere le procedure e le regole che spesso hanno provocato situazioni di impasse nei lavori dell’Aula perché apparivano ancorate ad una burocrazia farraginosa, priva di visioni e strumenti nuovi . Altro che “offuscamento”: questa forte spinta innovativa ha motivato la revisione (da tutti i Gruppi auspicata e condivisa) di un testo che altrimenti si sarebbe limitato a piccoli adeguamenti formali chissà per quanti anni ancora.
Certamente questa componente di rinnovamento non ha il bagaglio di anni di lavori di Aula. Si può dunque comprendere quale impegno abbia richiesto questa “inesperienza” per consentire a tutti di immedesimarsi nella giusta logica. Quando si rii-scrivono delle regole è fondamentale immaginare di scambiarsi i ruoli, di redigere norme chiare, condivise, non miopi, ma lungimiranti, che possano trovare applicazione per chiunque ci succederà per diversi anni a venire. Lei lo considera uno spreco di tempo?
Possiamo eventualmente convenire sulla necessità di maggiore efficienza, ma non possiamo accettare la provocazione che ci siano lavori consiliari “di serie A” ed altri di serie minori. Equilibrio e chiarezza non si improvvisano e quando ci si mette impegno il tempo impiegato è quello congruo e l’apparente “perdita” di efficienza nell’immediato si tradurrà domani in un grande guadagno per la chiarezza e l’ordine dei lavori.
Ci consenta poi di dissentire completamente dalla sua affermazione secondo la quale sarebbe bastata un’operazione di sintetizzazione e semplificazione perché “tanto poi se uno vuole fare furbo, lo fa lo stesso…” .
Ci sembra davvero una considerazione misera del Consigliere comunale, nonché un’espressione profondamente triste di questo luogo comune che vorremmo per davvero finalmente superare ma non ci riusciremo mai finché, per esempio, chi è responsabile dell’informazione la ricalca. Insomma, per concludere: non "giochiamo" a fare i “piccoli amministratori”, ma con tutta la nostra umiltà e i nostri limiti tentiamo di portare avanti un lavoro in cui crediamo e che riteniamo utile x la nostra città.
Le assicuriamo che coi ritmi di vita e le fatiche di tutti i giorni saremmo proprio degli sciocchi se pensassimo di sciupare il tempo, sempre tanto prezioso. Anche per rispondere alle giuste sollecitazioni che ci vengono.
Cordialmente
Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico
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