Solo due sottosegretari, senza portafogli. Che cioè non conteranno nulla, o quasi. Sono il geometra di Berlusconi Francesco Magnano, che probabilmente si occuperà degli affari di famiglia del premier ad Arcore, in pieno parco della Valle del Lambro (ricordate Milano 4?), e l’ex assessore Massimo Zanello, retrocesso dall’assessorato alla Cultura al cinema.
Non c’è Massimo Ponzoni, che pur essendo legato a filo doppio a Formigoni e pur avendo raccolto un bel po’ di preferenze, deve fare i conti con la procura per vicende immobiliari. Il Pd critica il riconfermato governatore (“Una giunta subordinata a Cl e Lega”, ha commentato Filippo Penati) e intanto in Brianza aggiorna il congresso a giugno. Fino ad allora rimarrà in carica l’attuale gruppo dirigente e il segretario provinciale Enrico Brambilla, fresco di elezione in Regione insieme a Pippo Civati.
Il referendum sull’acqua e le raccolta delle firme necessarie a indire la consultazione, sarà uno degli impegni del Partito democratico nelle prossime settimane. A Palazzo Grossi intanto il presidente Allevi (e purtroppo tutti i brianzoli) deve mandare giù un altro boccone amaro preparato dal suo collega di partito e presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, che è anche stato rinominato coordinatore regionale del Pdl: i 7 milioni circa che Milano doveva alla nuova provincia nel 2010, prima di cinque tranche (totale 35 milioni), forse salteranno perché il trasferimento è subordinato alla vendita delle azioni dell’autostrada Cisa che, come ha detto l’assessore provinciale al Bilancio Alberto Grisi, non vuole nessuno: ne faranno le spese, tanto per cambiare, gli investimenti necessari al territorio. “La Brianza è trattata come un feudo”, sbotta Gigi Ponti, capogruppo Pd in provincia. Ma se Milano e il Pdl che la governa non vogliono bene al nostro territorio, la stessa maggioranza che governa la provincia brianzola fatica a produrre granché di positivo.
Su Pedemontana si registra una profonda spaccatura nel centrodestra. L’iniziativa partita dai sindaci di Pdl e Lega che chiedevano lo stop dei lavori sulla tratta B2 (da Bovisio a Cesano, la Milano Meda) a dopo Expo ha incassato una sonora bocciatura da parte della giunta Allevi. E dato che ormai, come ha ammesso in Consiglio provinciale l’assessore alle infrastrutture Francesco Giordano, è sempre più evidente l’incertezza sulle risorse necessarie non solo per l’opera ma anche per le mitigazioni ambientali e il contenimento dell’impatto sulla viabilità locale, il Pd ha chiesto che il presidente e l’assessore facciano un più che approfondito punto in Consiglio. Sempre la maggioranza, dopo essersi impantanata per cinque sedute sulla richiesta di esentare i residenti della tratta B2 di Pedemontana dal pagamento dei pedaggi, proposta che trova il Pd concorde ma che non passa per la lite tra Pdl e Lega, sta cercando di bissare l’empasse bloccando ancora l’aula su una mozione del Pd che chiede a provincia, regione e governo certezze sui fondi per i prolungamenti delle metropolitane milanesi fino a Vimercate e a Monza.
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