La Bindi fotografa i cumuli di immondizia nel cuore dell'agro aversano. Montagne di sacchetti ricoprono le strade di Cesa, Casapesenna, Casal Di Principe, Parete. Anche questa volta Berlusconi manderà la Protezione civile a mettere il rifiuti sotto il tappeto?
CUMULI DI SACCHETTI - I cumuli di sacchetti ricoprono le strade di Cesa, Casapesenna, Casal Di Principe, Parete, nel cuore dell'agro aversano, e il presidente del Partito Democratico ha dovuto farsi aiutare anche da altri fotografi al seguito. «Governo e maggioranza si sono vantati per mesi di aver affrontato e risolto l’emergenza rifiuti in Campania», ha osservato Rosy Bindi. «A quasi un anno da quella catastrofe ambientale, qui a Caserta le strade sono piene di rifiuti. Lo stesso è accaduto all'Aquila, dove le strade sono ancora ricolme di macerie. Dove sono i risultati? I problemi sono ancora tutti aperti. La verità è che questo governo quando si tratta degli interessi di tutti i cittadini dimostra la propria efficacia solo a parole, con una buona propaganda. I fatti li riserva solo per tutelare gli interessi del presidente del Consiglio».
PROTESTA DEGLI ADDETTI AL CONSORZIO - I rifiuti tornano ad inondare le strade della provincia di Caserta a causa della protesta degli addetti al Consorzio Unico del bacino Napoli e Caserta, l'ente consortile che si occupa della nettezza urbana delle due province. La mobilitazione è cominciata martedì della settimana scorsa, e coinvolge circa 1300 lavoratori che rivendicano due mesi di stipendio arretrato. Ogni giorno si registrano blocchi stradali e sit in di proteste nei due capoluoghi. I cumuli di “munnezza” nel frattempo crescono: «La situazione è disastrosa in tutta la Regione – ha commentato l´assessore regionale all´ambiente Walter Ganapini - con la fine dalla emergenza rifiuti decretata dal governo e l´abbandono della Protezione Civile, la Presidenza del Consiglio ha lasciato un debito di 2 miliardi di euro. Debito che a Roma non vogliono riconoscere. L´avevo detto da diversi mesi che alla fine i nodi sarebbero arrivati al pettine».
Articolo tratto da il "Corriere della Sera"
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