Cosa vi ricordate di quando siamo passati dalla nostra vecchia lira all'euro? Io mi ricordo la corsa a procurarmi - preferibilmente gratis- un euroconvertitore e la diffidenza con la quale ho guardato il contenuto del mini-kit, il sacchetto di monetine comprato in banca per prendere dimestichezza con la grande novità del 1 gennaio 2002, l'ingresso dell'euro nel portafoglio mio e di tutti gli italiani.
La nostra storia deve cominciare però nel 1992 con il trattato di Maastricht, quando i leader dell'Unione Europea decidono di creare un'unione economica e monetaria (UEM) tra i paesi membri, facilitata dalla creazione di una Banca Centrale Europea (BCE).
La BCE, organismo sovranazionale e indipendente, con sede a Francoforte, assume le competenze di politica monetaria, in collaborazione con le banche centrali nazionali, che ne conferiscono il capitale.
Le quote sono ripartite in proporzione alla popolazione e al PIL: la quota maggiore è il 31% della Bundesbank tedesca, segue poi la Banque du France al 21% e la Banca d'Italia al 19%.
Il trattato di Maastricht rappresenta il compimento di un processo di integrazione economica iniziato negli anni cinquanta, che prevede l'adozione della moneta unica come una delle tappe fondamentali, anche se non obbligatoria, del percorso.
Infatti, all'UEM partecipano anche paesi che mantengono la loro moneta nazionale, o per scelta politica (Regno Unito, Svezia e Danimarca) o perchè non soddisfano ancora alcuni requisiti, denominati "criteri di convergenza".
Tra questi parametri c'è il famigerato 3%, valore massimo consentito per il rapporto deficit/PIL , ma c'è anche l'impegno a controllare l'inflazione e l'oscillazione dei tassi di cambio, un debito pubblico non superiore al 60% del PIL e tassi di interesse non scostati più del 2% rispetto alla media degli altri paesi.
Il nostro tasso di cambio lira/euro viene stabilito il 31/12/1998, dopo momenti nei quali la nostra debole lira aveva subito svalutazioni drammatiche, come nel 1992, anno che ricordiamo anche per il doloroso prelievo del 6 per mille su conti e depositi ad opera del governo Amato.
La trattativa sul rapporto di cambio, tema ancora oggi molto dibattuto, è stata molto complessa e condotta da Carlo Azeglio Ciampi, allora Ministro del Tesoro.
Oggi l'euro è la moneta di 18 sui 28 paesi della UE e fa parte della vita di oltre 334 milioni di cittadini europei, che possono spostarsi e scambiare merci più agevolmente, con la possibilità di confrontare direttamente i prezzi, incentivando il meccanismo della concorrenza.
Maggiore concorrenza=prezzi più bassi: negli anni '70 l'inflazione in Italia aveva superato il 20% e si era mantenuta sopra il 5% negli anni '80, per poi scendere gradualmente nella fase di preparazione all'euro, fino ad arrivare al 1,2% medio annuo del 2013.
L'ampio bacino di utilizzo della moneta unica assicura alla zona euro una posizione più forte nell'economia mondiale, precedentemente dominata dallo strapotere del dollaro USA: oggi la UE rappresenta più di un terzo del commercio e più di un quinto della produzione mondiali.
In un'area economica tanto vasta e complessa,la BCE esercita le sue funzioni di coordinamento e di vigilanza sui mercati finanziari e le istituzioni; gestisce riserve, emissioni di banconote e può intervenire sul mercato, comprando e vendendo valuta, per mantenere in equilibrio i tassi di cambio.
Ma, soprattutto, persegue il suo obiettivo principale, quello di mantenere stabili i prezzi.
Una precisazione: stabili non vuol dire fermi. Il tasso d'inflazione ritenuto adeguato è prossimo al 2%: una via di mezzo per non innescare una pericolosa spirale inflazionistica, ma nemmeno una caduta verso un'altrettanto dannosa deflazione.
Le politiche di bilancio, che comprendono le politiche fiscali e le decisioni sulla spesa pubblica, le politiche sul lavoro e i sistemi pensionistici sono ancora di competenza dei governi dei paesi membri, ma devono comunque essere in armonia con le regole fissare a livello dell'UE.
E trovare un equilibrio non è facile, sia nella vita privata, che in politica e soprattutto in economia: il nostro portafoglio, che prima conteneva lire, ora magari pochi euro, ne sa qualcosa!
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