"Conosci te stesso”, Socrate
Si avvicinano ormai, a passo silente ma spedito, le prossime elezioni europee.
Dopo avere visto, qualche settimana fa, alla trasmissione di Lilli Gruber, l'interessantissimo intervento del candidato greco alla Presidenza della Commissione UE Alexis Tsipras, ho pensato a quanto sia avvilente vedere come questo appuntamento elettorale - tanto importante anche per il momento storico ed economico nel quale arriva - venga utilizzato dalla politica italiana, con cecità e insipienza, e del tutto strumentalmente, come una sorta di gigantesco termometro, su larga scala, per misurare la temperatura e lo stato di salute dei partiti di casa nostra. Apra la bocca e dica trentatré.
Ma cosa siano, a cosa servano, quali conseguenze avranno queste elezioni, nessuno lo dice e nessuno lo chiede: siamo all’intramontabile caso del saggio che indica la luna e dello stolto che si sofferma sul dito.
E qui lo stolto è, bisogna ammetterlo, un intero paese.
Eppure – e questo pochi lo sanno – la gran parte delle decisioni che si riverberano sulla vita pratica di tutti i giorni arrivano ormai, e da tempo, aggiungerei, proprio dalle istituzioni europee: ragione per cui sarebbe logico e utile mandare, in rappresentanza dell’Italia, parlamentari preparati e capaci - che magari parlino in maniera decente almeno l’inglese - e non, come purtroppo è avvenuto di frequente, le seconde e le terze linee lasciate in panchina alle precedenti elezioni politiche.
Abbiamo perciò pensato di occuparci, per le prossime settimane, con una serie di articoli, proprio di spiegare cosa è e come funziona l’Europa politica oggi: cosa decide il Parlamento europeo e quale è l’efficacia delle sue leggi, cosa è la Corte di giustizia e quale effetto hanno le sue sentenze, cosa è la Commissione e le conseguenze delle sue decisioni.
Non senza trascurare il perché della sua genesi: ovvero cosa spinse uomini di valore come De Gasperi, Adenauer e Shuman, provati dall'immagine tragedia della seconda guerra mondiale, a concepire il sogno di un'Europa unita economicamente e politicamente
Non mancherà un accenno a quello che è un punto dolente del rapporto tra Italia e Europa: la cronica incapacità del nostro Paese di sfruttare i fondi strutturali, che pure gli competerebbero, per incapacità di progettazione, per poca trasparenza nei processi, per frodi fatte nel passato e giustamente sanzionate.
La base di ogni riforma, di ogni istanza di cambiamento, anche legittima e sacrosanta, non può prescindere dalla conoscenza di ciò che si vuol cambiare.
Invece, all’orizzonte, si vedono schieramenti di Unni urlanti e pronti, facendo leva sullo scontento generale, a distruggere tutto, anche quello che non conoscono affatto.
Ma anche Attila, prima di invadere l’Italia, ebbe la “saggezza” di inviare i suoi perlustratori a prendere la misura dei luoghi. Gli Unni moderni invece no, urlano e basta.
E, sia detto per inciso, ad Attila, nonostante le perlustrazioni, non andò poi tanto bene.
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