Relatori del PD l'Architetto Pino Riva del Forum Ambiente e Territorio, e Roberto Scanagatti, Capogruppo in Consiglio Comunale; moderatore Alessandro Gaviraghi, coordinatore del Circolo 2 di Monza; è intervenuto il Segretario monzese Marco Sala.
Riva ha riassunto la storia dei PRG (poi PGT) dagli anni '60 ad oggi, evidenziando soprattutto le palesi lacune di chiarezza della Variante proposta, soprattutto quantitative: cubature, incrementi di popolazione, impatto viabilistico, etc.
Si è soffermato in particolare sugli interventi più pesanti nella zona S.Albino, previsti in via Adda, ma anche su una serie di altri interventi solo apparentemente meno importanti, che però aumentano su tutta l'area gli insediamenti abitativi e industriali, a detrimento del verde agricolo e pubblico.
Scanagatti ha mostrato quanto sia contraddittorio l'atteggiamento dell'Amministrazione nei confronti di quella degli anni 90 (con lo stesso sindaco) che aveva approvato il Piano Benevolo, coi noti Parchi di Cintura Urbana. Ha ribadito come la Variante sia così "eccessiva" da ogni punto di vista da rendere lecito il sospetto che essa abbia come scopo reale lo sfruttamento intensivo della famigerata area della Cascinazza, la cui proprietà è ben nota.
Ha ricordato che un ruolo determinante nella vicenda è ricoperto dal Ministro per lo Sviluppo Economico (sic) Paolo Romani, che in evidente dispregio di ogni logica e di ogni remora etica (e di buon gusto) mantiene la carica di Assessore all'Expo (di Monza?...);
Prova lampante della voluta indeterminatezza della Proposta di Variante è la presentazione della stessa sul bollettino comunale (Tua Monza) postalizzato alle famiglie monzesi: in mezzo a un autentico libro dei Sogni, pieno di asili nido, parchi attrezzati, appartamenti in edilizia agevolata per giovani coppie e anziani (tutti ipotetici, anche perchè sostanzialmente affidati al "buon cuore" dei privati che costruiranno, che non hanno obblighi specifici), NESSUN NUMERO, nessuna cifra che esplichi alla popolazione la pervasività degli interventi previsti, destinati a realizzare una autentica colata di 5 milioni di metri cubi di cemento, per un incremento della popolazione di circa 40.000 unità (?).
Marco Sala ha evidenziato il distacco tra la visione del centro destra, tesa unicamente allo sfruttamento del suolo della città, e la necessità invece di una città a misura d'uomo, dove il verde abbia il suo giusto spazio, ben collegata sia con la Brianza, sia con la Metropoli vicina.
Il dibattito successivo, con interventi di privati cittadini e di rappresentanti dei gruppi spontanei che stanno nascendo (a cui Scanagatti ha dedicato una parte importante della relazione), ha riguardato anche altre problematiche del quartiere, come l'assenza di esercizi commerciali e di collegamenti con le altre zone di Monza.
Accanto all'attenzione per il problema Variante in sè, si evidenzia ancora una volta la pressante richiesta degli abitanti dei quartieri per una maggiore attenzione ai problemi dei quartieri stessi; spiace evidenziare che, ancora una volta, la partecipazione sia assolutamente insufficiente rispetto alla dimensione dei problemi da affrontare..
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