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grafico ambiente lavoroBellissima l’iniziativa del 4 aprile organizzata da ACLI, FIM-CISL, con il supporto del Circolo PD di Bernareggio, per parlare di Ambiente e Lavoro.

Ci sono stati quattro protagonisti:

  • Don Walter Magnoni, responsabile della Pastorale sociale dell’Arcidiocesi di Milano;
  • Mauro Gattinoni, Direttore API Lecco;
  • Marco Bentivogli, Segretario generale FIM-CISL;
  • i giovani di Ronco Briantino che hanno partecipato attivamente alla serata e hanno dato il senso di uno scambio intergenerazionale e di una comunità coesa che hanno scaldato il cuore.

Il primo relatore è stato Don Walter che ha parlato di “Ecologia integrale” sulla base dell’Enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco. Il cuore dell’ Enciclica sta nel collegare strettamente la crisi ambientale e la crisi sociale come aspetti di una stessa crisi e nel definire contenuti e azioni di una Ecologia integrale. Prevedibile, ma non per questo meno importante, l’individuazione di responsabilità e azioni sia a livello individuale che a livello comunitario. Quello di una responsabilità individuale è stato in realtà un punto toccato anche dagli altri relatori, alla luce di un’urgenza di azione non più delegabile e rinviabile.

Mauro Gattinoni ha illustrato il punto di vista di chi, pur favorevole ad una evoluzione “green” dell’economia, deve anche fare i conti con l’impatto sulla realtà economica esistente e sulla gestione della transizione.

Come spunto di evoluzione, Mauro Gattinoni ha presentato il modello di “Economia della ciambella” proposto da Kate Raworth nel libro “L' economia della ciambella. Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo”

Poi Gattinoni ha scelto il tema dell’auto elettrica per illustrare l’impatto di questa evoluzione sulle aziende del nostro territorio. Oggi sono tante le aziende del nostro territorio che operano come fornitori di componentistica delle aziende automobilistiche mondiali.

Il passaggio da motore termico a motore elettrico semplificherà notevolmente il numero di componenti necessarie alla costruzione di un’auto e, ovviamente, richiederà nuove competenze professionali. É evidente che, in un passaggio su larga scala, non è detto che le nostre aziende riusciranno a mantenere il ruolo e la dimensione economica che oggi detengono. Gattinoni ha riferito di un nostro produttore di iniettori per motori diesel che, nel pesante calo di vendita delle auto diesel, ha visto calare il proprio fatturato del 40%.

Infine Marco Bentivogli, in linea col suo ultimo libro “Contr’ordine compagni”, ha parlato della tecnofobia che affligge la società italiana mentre dovrebbe essere proprio l’innovazione tecnologica l’ancora di salvezza in grado di conciliare rispetto dell’ambiente e generazione di nuovo lavoro.

Marco Bentivogli ha citato due esempi: ILVA di Taranto e ancora l’auto elettrica.

Sull’ILVA Bentivogli ha collaborato con il ministro Calenda per la definizione del piano di rilancio dell’acciaieria. Sa, quindi, molto bene come la situazione storica di ILVA sia stata il frutto di due diversi integralismi: una cultura industriale ottocentesca e un ambientalismo talebano che vede nell’industria un male assoluto.

Mentre a Taranto si produceva acciaio ma si moriva di cancro, in Europa (per esempio in Austria) politici lungimiranti sono stati in grado di applicare le nuove tecnologie per dare soluzione alla contrapposizione tra produzione e rispetto dell’ambiente.

Sull’auto, quella elettrica in particolare, Marco Bentivogli ha portato alcuni spunti di riflessione. In collegamento con l’argomento ILVA, Bentivogli ha detto che, almeno sulle polveri sottili PM10, ILVA inquinava e inquina meno del traffico nelle grandi città italiane: 40 giorni in un anno di superamento dei limiti in ILVA contro i 130 di Torino e i 150 di Milano.

Sull’auto elettrica, se davvero si vuole fare sul serio, occorrerà implementare l’infrastruttura energetica per il ricarico delle batterie; quella esistente oggi è totalmente insufficiente.

Per avere un quadro della produzione mondiale di energia elettrica Bentivogli ha indicato il sito www.electricitymap.org dove possiamo vedere:

  • quanta CO2 (anidride carbonica) viene prodotta per generare elettricità;
  • i flussi di elettricità tra le diverse nazioni;
  • i livelli di produzione eolica e solare.

Nel rapporto tra mobilità, lavoro e ambiente, Bentivogli ha insistito molto sul concetto di “smartworking”, da non ridurre al solo telelavoro (o lavoro da casa) ma da interpretare come un lavoro per obiettivi, che deve essere ben contrattualizzato, inserendo, per esempio, anche momenti di socialità in azienda (per evitare l’isolamento dei colleghi) e diritti come quello alla disconnessione (per evitare che lo smartworking diventi una condanna ad essere sempre connesso).

Bentivogli ha citato il caso di Leonardo (ex Finmeccanica) a Genova; Leonardo è stato costretto a introdurre lo smartworking dopo il crollo del ponte Morandi e la nuova organizzazione ha prodotto ottimi risultati per la produttività aziendale. “Noi Italiani diamo il meglio quando siamo con l’acqua alla gola, in condizioni normali siamo un disastro …”.

In risposta a domande del pubblico e soprattutto dei giovani presenti sono stati toccati:

  • l’utilità di tenere assieme formazione tecnica e umanistica; la formazione umanistica, infatti, fornisce maggiore flessibilità per affrontare i cambiamenti che il mercato del lavoro subirà continuamente. Il World Economic Forum prevede che il 65% dei bambini faranno un lavoro che oggi non esiste ancora;
  • l’utilità di sviluppare competenze personali di tipo relazionale (anche dette “soft skills”) e una strada suggerita ai giovani è stata di impegnarsi in posizioni direttive dentro ad associazioni di volontariato (Don Walter sulle sue esperienze in Oratorio...);
  • il mercato del lavoro presenta nella nostra regione una notevole offerta di lavoro che rimane inevasa: sul sito della Confartigianato lombarda www.confartigianato-lombardia.it ci sono più di 1.500 posizioni aperte.

Don Walter Magnoni ha chiuso la serata elencando quattro parole chiave:

  1. Fiducia;
  2. Cultura;
  3. Politica: ai giovani ha consigliato di crearsi una loro professionalità a prescindere. Non si entra in politica come ripiego professionale e anche in politica non ci si improvvisa, ma anzi è necessario studiare e formarsi per affrontare le questioni che via via si pongono;
  4. Demografia: se pensiamo che nel 2050 l’Europa conterà lo stesso numero di abitanti della sola Nigeria, ci rendiamo conto che non è una barca che arriva a spostare gli equilibri demografici.

In conclusione grazie a Gianni Bresciani per averci invitato ad un evento davvero interessante.

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