MontecitorioConoscere per discutere e giudicare. E’ questo l’intento che mi prefiggo nel sintetizzare di seguito i tre Disegni di Legge (Governo Renzi, Vannino Chiti, Civati-Pertici), in tema di riforma del Senato, perché in tutti e tre i DDL, di riforma si tratta, non di abolizione, come erroneamente si sente spesso dire.

D.D.L. DEL GOVERNO 

Il Senato sarà composto da 148 senatori (anziché 315) e la Camera manterrà lo stesso numero di deputati (630). Il Senato non sarà eletto dai cittadini e ne faranno parte: i Presidenti di Regione i Sindaci dei comuni capoluoghi di Regione e delle Province Autonome 2 membri dei Consigli Regionali, eletti dal Consiglio 2 Sindaci per Regione, eletti dai Sindaci della Regione 21 membri designati dal Presidente della Repubblica che resteranno in carica 7 anni i Senatori a vita. Il Senato non vota la fiducia al Governo e non vota il Bilancio. Vota Leggi Costituzionali o di revisione costituzionale, esercita un raccordo tra Stato e Regioni, partecipa all’attuazione degli atti normativi dell’Unione Europea, verifica e valuta l’attuazione delle leggi (fine del bicameralismo perfetto ). I Senatori non avranno indennità, ma rimborsi spese per le trasferte a Roma.

Il CNEL sarà abolito

D.D.L. VANNINO CHITI (presentato al Senato)
D.D.L. CIVATI – PERTICI (Presentato alla Camera)

Sono molto simili: Nel D.D.L. Chiti Parlamento dimezzato: 106 Senatori e 315 Deputati NelD.D.L. Civati-Pertici meno Parlamentari pagati meno : 200 Senatori e 470 Deputati con una indennità ridotta almeno di un terzo In entrambi i D.D.L. il Senato sarà eletto dai cittadini contestualmente al voto per i Consigli Regionali Il Senato non vota la fiducia al Governo e non vota il Bilancio e, come nel caso del DDL del Governo, si supera il bicameralismo perfetto

Nel D.D.L. Civati- Pertici è previsto inoltre il voto ai diciottenni sia per Camera e Senato e l’abolizione del CNEL

Le ragioni dell’elezione diretta del Senato addotte da Vannino Chiti sono duplici : una maggiore democrazia rappresentativa e la convinzione cheil ruolo di sintesi, controllo e garanzia può essere svolto meglio da un’Assemblea eletta su base regionale con questo preciso compito, piuttosto che da un certo numero di Consiglieri regionali e Sindaci, chiamati a Roma qualche giorno al mese, e costretti ad abbandonare la loro primaria funzione di Amministratori. (E poi, permettemi di dire: ma il PD non era da sempre contrario ai doppi incarichi?)

Civati e Pertici nella loro introduzione precisano: “ Con la nostra proposta abbiamo deciso di rendere la nostra Costituzione più forte, proprio mentre si susseguonoipotesi di revisione che sembrano ridurre ancora il peso dei cittadini. Le modifiche che proponiamo rispondono proprio all’esigenza di favorire e accrescere la partecipazione dei cittadini, anche attraverso il miglioramento del funzionamento delle istituzioni, mirando, in particolare, a rendere più forti ed efficienti il Parlamento e il Governo e a eliminare organi o enti che risultano superati”.



Mi pare che i tre Disegni di Legge denotino tutti una grande volontà di cambiamento, il desiderio insomma di uscire dalla palude e le proposte di modifica, adeguatamente argomentate, non possano e debbano quindi essere catalogate come pretestuose o frutto della conservazione. Rilevo inoltre che due obiettivi fondamentali e molto enunciati da Renzi, (una politica che dà l’esempio diminuendo i suoi costi, e la partecipazione attiva dei cittadini), sono meglio evidenziati e raggiunti nei Disegni di Legge Chiti, Civati-Pertici, rispetto all’ipotesi del Governo.

Infatti, nei primi, il risparmio economico della riforma del Senato è superiore rispetto a quello ipotizzato da Renzi e, cosa più importante, la parola passa ai cittadini, che votano per l’elezione del Senato, mentre nella proposta Renzi subiscono la decisione di altri. E non è cosa da poco se si considera che con la nuova legge elettorale in campo, un partito o una coalizione con il 37% dei voti potranno godere di una maggioranza alla Camera del 55% dei seggi. Camera che sarà formata da deputati non scelti dai cittadini, a causa delle liste bloccate e della possibilità per un candidato di presentarsi in otto collegi.

E allora, perché non consentirci di scegliere almeno i nostri Senatori, e far sì che il Senato possa svolgere al meglio quel ruolo di garante della Camera che anche Renzi considera opportuno?

Perché liquidare come “parrucconi” chi non vuole conservare, ma vuole semplicemente rivendicare il diritto che a decidere chi li deve rappresentare, siano gli elettori , che è quanto di più democratico possa esserci.

Auspico che un accordo si trovi, che il buon senso e non le rigidità prevalgano. Ne abbiamo tutti un gran bisogno. Il “torrente” scorrerà più sicuro nell’alveo di una democrazia più forte.

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