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Il fatto della scuola di Adro è tutt'altro che folkloristico e risibile. Un Paese in cui una forza politica si sente autorizzata ad inserire i propri simboli nelle opere pubbliche in virtù del largo consenso elettorale, il concetto di democrazia e di rispetto delle altrui opinioni non esiste più.

E' un atto fascista, se non nella sostanza nella forma, dove si confonde politica e istituzione, dove la laicità, intesa come neutralità delle istituzioni dinanzi alla pluralità delle opinioni e delle idee, svanisce sotto i colpi di veri e propri atti di violenza psicologica e politica.

E' molto tempo ormai che la Lega non considera più se stessa come partito, ma come vero e proprio Stato (quello immaginario della Padania, forse), dove i circoli valoriali sono stati da lei ridefiniti e al di fuori dei quali non è più possibile operare. E' di stamattina l'episodio che ha visto i leghisti fischiare e insultare degli esponenti del Movimento Cinque Stelle solo perché avevano portato il tricolore in piazza. Evento che non ha portato la polizia locale ad intervenire a difesa di quest'ultimi, ma a fermare e identificare i reazionari italianisti.

E' una deriva incessante verso il pensiero unico e verso la chiusura nei confronti di tutto ciò che non è conforme alla loro cultura, è un pericoloso scivolamento della nostra democrazia, che rischia di divenire uno stato etico in cui le diversità sono viste come difetti.

Forse occorre reagire.