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DirezioneSi apre con un saluto di Paolo Gentiloni ad Andrea Camilleri l’ultima direzione del Partito Democratico, tenutasi ieri al Nazareno,

durante la quale Zingaretti ha annunciato che partirà: “un viaggio nelle fabbriche, nei luoghi della crisi e anche in quelli della creatività. E dopo l’estate –ha detto il segretario- faremo un grande meeting a Bologna per presentare le nostre idee e il nostro piano. Il tema della giustizia sociale deve tornare a essere centrale nel nostro movimento. Non solo per accorciare le distanze sociali, ma per rendere il Paese più sereno e più unito”.

Creare un’alternativa alla destra. La Lega non rappresenta i soggetti più deboli.

 “Dobbiamo costruire un campo plurale e largo per l’alternativa alla destra. È possibile sconfiggere Salvini se abbiamo chiaro il nostro compito: svelare l’imbroglio che la Lega rappresenti i soggetti più deboli. Non è così. Il Paese soffre, vuole essere rappresentato. Di fronte ai disastri del governo e ai rischi che corre il Paese dobbiamo restare uniti e lavorare per far diventare il Pd il baricentro, il pilastro dell’alleanza per mandare a casa chi sta distruggendo l’Italia. Il tempo stringe, serve il contributo di tutti. Non abbandoniamo la vocazione maggioritaria, ma avanziamo una proposta all’insieme della comunità nazionale. Non chiediamoci a chi dobbiamo parlare: dobbiamo parlare a tutti”.

Il Piano per l’Italia

Per Zingaretti “il Piano per l’Italia sarà la piattaforma di una grande forza politica. Il Pd farà la sua parte. Sarà uno schieramento europeista, nazionale, democratico di cui il Pd sia la calamita”.

Apertura a una coalizione purché unita, l’obiettivo è conquistare nuovi consensi. Sempre Zingaretti: “Sento parlare di ipotesi e di nuovi soggetti, non ci sottraiamo ma stiamo attenti affinché quest’articolazione non sia la filiazione di gruppi dirigenti. Occorre allargare il campo di tutti e non dividere il campo dell’unica forza democratica che combatte. Dobbiamo farlo con un senso comune di responsabilità”.

“Un’alternativa costruita attorno ad un grande piano per l’Italia, in cui dovremo parlare con tutti, dai moderati alla sinistra, nelle fabbriche, nelle piazze e sul web. “Non sappiamo quanto tempo avremo prima delle prossime elezioni politiche ma dobbiamo farci trovare pronti”.