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legge 194Nel 1975 nel nostro Paese una sentenza della Corte Costituzionale, stabiliva la «differenza» tra un embrione e un essere umano e sanciva la prevalenza della salute della madre rispetto alla vita del nascituro. (sentenza della Corte Costituzionale n. 27, del 18 febbraio 1975).

Anche a seguito di questa sentenza si è arrivati a mettere mano ad una legge, la legge 194 del 22 maggio 1978, per porre fine al flagello dell'aborto clandestino e lo Stato si è quindi assunto il dovere di tutelare la salute e la vita delle donne .

“La 194, legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, dunque è stata fortemente voluta dalle donne contro la destra e a fronte di una sinistra a lungo titubante, mentre alleato senza remore fu solo il Partito Radicale. Alla fine gran parte del Movimento femminista, le donne dell’U.D.I, dei Partiti di sinistra, dei Sindacati e delle Associazioni e tante altre seppero mettersi insieme, dopo mediazioni non facili, e vinsero.

Fu un vero e proprio atto di governo.

È questo insieme che vogliamo celebrare e mostrare oggi ancora vivo e potente.

Insieme abbiamo salvato tante donne dalla morte e dalla vergogna della clandestinità.”

In cosa consiste questa legge ora tanto demonizzata ?

 

  • Assieme alla regolarizzazione per garantire il ricorso all'Ivg ( interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni), gratuito ed eseguibile in strutture sanitarie sicure quali gli ospedali pubblici, e' stata tenuta in considerazione la necessità di garantire il libero accesso agli anticoncezionali quando prima era illegale il loro utilizzo, la loro pubblicità, la vendita e diffusione al punto da essere considerati come reati punibili dalla legge anche con la detenzione (codice Rocco).

 

  • Altro punto importantissimo e poco conosciuto e quello in cui i Consultori pubblici, istituiti con la legge 405 del 1975 ( oggi quasi spariti ) diventano il fulcro per garantire la massima diffusione di tutti i metodi contraccettivi e, in poco tempo, divengono anche luoghi di eccellenza e punti importanti di informazione, salute , prevenzione e pianificazione famigliare al fine di ridurre al massimo il ricorso alle interruzioni di gravidanza attraverso una corretta e diffusa campagna a favore della maternità. La diffusione di tali strutture avviene su tutto il territorio anche a garanzia del diritto riconosciuto del bambino di venire al mondo realmente desiderato e amato , in un ambiente famigliare pronto ad accoglierlo .

 

  • Salta anche la discriminante della condizione sociale per la quale le donne prima dell'entrata in vigore della legge 194 erano costrette , quando in condizioni economiche e sociali disagevoli , a ricorrere alle " mammane" con gravi rischi per la salute e spesso pure a rischio della stessa vita ( per mancanza di igiene , assistenza e metodi adeguati ). Alle donne senza questo tipo di problemi non mancavano certo le possibilità economiche di poter accedere ad un servizio di qualità grazie a medici compiacenti , spesso antiabortisti e cattolici in pubblico ma devoti al dio denaro in privato , oppure rivolgendosi a costose e lussuose cliniche private all'estero.

 

  • Il numero di aborti da che si è legiferato per rendere legale l'Ivg non e' affatto aumentato semmai diminuito e siamo in Europa il Paese con il piu' basso tasso di ricorsi all'ivg e il trend e' in costante calo ( dati ufficiali dalla relazione annuale del Ministero della Salute ) e questo nonostante tutti i tentativi di boicottaggio alla 194 e ai mezzi contraccettivi per non parlare della mancanza di programmi di educazione sessuale nelle scuole pubbliche.

 

  • Questi numeri potrebbero essere abbassati ulteriormente se la legge fosse realmente utilizzata nei suoi punti fondamentali tra cui la parte di informazione e formazione e ,segno inequivocabile, che il vietare l'aborto non rappresenta la soluzione del problema ma l'esatto contrario con tutte le implicazioni negative del caso. Il garantire il libero accesso all'ivg , alla corretta informazione e diffusione dei contraccettivi compresi quelli di emergenza è e rappresenta una priorità e un atto di civilta' . Le leggi giuste, come nel caso della 194 , non impongono il ricorso a tale pratica e MAI negano il diritto di scelta, semmai lo affermano.

 

  • Ricordiamo a tal proposito che l’articolo 1 di questa legge di governo ricorda che “L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.”

Ricordiamo che già anni fa nl 1981 si era tentato di abrogare tale legge attraverso un referendum appunto abrogativo, con un risultato schiacciante dei NO a riprova della importanze bontà di questa legge dopo anni.

Le Donne Democratiche di Monza, quindi, sono contrarie alla “oscena propaganda che si sta scatenando in questi giorni contro questa legge, una propaganda che pretende di mostrare le donne come assassine.” Ed invitano tutte le donne di Monza a firmare la petizione che verrà inviata a tutte le parlamentari di questa legislatura affinché si tuteli questa legge in modo trasversale e non si arretri su diritti acquisiti e giusti.

Link della petizione : https://www.pressenza.com/it/2018/05/le-donne-petizione-la-194/

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