servizio civileA 45 anni dall’introduzione della legge 772 “Norme in materia di obiezione di coscienza”, oggi l’Italia del volontariato scrive una delle pagine migliori della sua storia con l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri dell’istituzione del “Servizio civile universale”.

Il decreto legislativo licenziato quest’oggi completa l’iter del primo tassello della riforma del Terzo Settore e impegna lo Stato a coinvolgere annualmente 100mila giovani. Un traguardo che sino a qualche mese fa pareva impossibile visto che la media di ragazzi impiegati nei progetti era di diecimila contro circa novantamila richieste respinte. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha salutato così l’approvazione: “Abbiamo mantenuto un impegno con i giovani. È un passo avanti importante”.

Rispetto alla precedente Legge (L.64/01) sono diverse le novità che riguardano il comparto. Innanzitutto la possibilità di accesso ai cittadini dell’Unione Europea e agli stranieri soggiornanti regolarmente in Italia, oltre ad un meccanismo di premialità verso gli enti che garantiranno l’inserimento nei progetti di giovani in situazioni di svantaggio. I ragazzi impiegati nei progetti sul territorio italiano potranno infine svolgere tre mesi di attività in uno dei Paesi membri dell’UE per rafforzare il senso comunitario, o in alternativa richiedere un’azione di tutoring per l’accesso al mercato del lavoro.

A programmare le azioni su base triennale, controllare con indagini ispettive, valutare e verificare lo svolgimento da parte degli enti accreditati sarà lo Stato. Ruolo importante anche per Regioni e Province autonome che sono chiamate a partecipare attraverso la cooperazione nella realizzazione degli interventi. Così come centrale sarà il ruolo della Consulta nazionale per il servizio civile e la Rappresentanza degli operatori volontari chiamati a confrontarsi con lo Stato per l’attuazione del SCU che si svilupperà tenendo conto dei macro-ambiti di intervento contenuti nel decreto: protezione civile, assistenza, patrimonio ambientale e riqualificazione urbana, nonviolenza e difesa non armata, patrimonio storico, artistico e culturale, educazione, promozione culturale e sport, agricoltura in zona di montagna e sociale, biodiversità, promozione della pace tra i popoli, promozione e tutela dei diritti umani, cooperazione allo sviluppo, promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero. Per quanto riguarda gli enti, sia pubblici che privati, che potranno programmare, sviluppare e realizzare i progetti in cui verranno impiegati i giovani dovranno essere iscritti presso un Albo apposito.

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