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Il professor Stefano Ceccanti ha scritto un prezioso contributo, che mette utilmente a confronto le tre mozioni congressuali.

Indispensabile per chiarirsi le idee, se qualcuno avesse ancora dubbi su cui far luce!

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Nota metodologica previa: la mozione Franceschini è sostanzialmente la trascrizione del suo intervento di presentazione della candidatura, per Marino la mozione non differisce significativamente dal discorso, invece per Bersani ci sono scarti molto significativi tra il discorso di presentazione all’Ambra Jovinelli e la mozione finale, pertanto si indicheranno rispettivamente come Bersani 1 e Bersani 2 sui punti in cui differiscono e si sottolineeranno le differenze più forti. L’ordine di presentazione l’ho scelto a posteriori perché le mozioni Franceschini e Marino sono pressoché identiche (tranne la differenza sulle coppie di fatto tra Dico e Civil partnership, dove invece sono pressoché identiche la Franceschini e la Bersani) segue la Bersani 1 che è molto lontana da entrambe e la Bersani 2 che riduce sensibilmente le distanze.

 

1. La forma partito del Pd: sovrani solo gli iscritti o anche gli elettori?

Franceschini: iscritti ed elettori

“Mettiamo un po’ d’ordine nelle regole ma non rinunciamo alla scelta che abbiamo fatto alla nascita del Pd, di affidare agli iscritti le scelte del partito e l’elezione degli organi territoriali, affiancando a loro gli elettori, da chiamare nei momenti delle grandi scelte, com’è certamente l’elezione di un segretario nazionale. Non alziamo barriere. Gli elettori del Pd non sono estranei, sono parte di noi. Sono quelli che arrivano nelle grandi mobilitazioni civili, che ci sostengono nelle campagne elettorali, che riempiono le piazze e i comitati. Ecco perché difendo questo equilibrio e perché penso che le primarie del 25 ottobre saranno un altro momento importante per noi e per la democrazia italiana. Io voglio un partito solido. Ma fare un partito solido nel 2009 non significa rispolverare i modelli di cinquant’anni fa.”

Marino: iscritti ed elettori

“Un partito che abbia una direzione politica chiara, frutto della partecipazione dei suoi aderenti e dei suoi sostenitori…. Un partito che sappia coniugare strumenti moderni e antiche modalità di relazione, che sappia rinnovare un messaggio di coinvolgimento, di partecipazione, di apertura alla società.”

Bersani 1: iscritti

“La sovranità appartiene agli iscritti che, sulla base di regole, la delegano in determinate occasioni agli elettori.”

Bersani 2: iscritti ed elettori

“La sovranità appartiene agli iscritti, che la condividono con gli elettori nelle occasioni regolate dallo statuto. Le primarie per l’elezione del segretario nazionale richiedono nuove regole ispirate a due criteri: non devono trasformarsi in un plebiscito e non possono essere distorte da altre forze politiche.

Le primarie vanno rese più efficaci, rendendo più chiaro il meccanismo di partecipazione. L’albo degli elettori deve essere effettivamente pubblico e certificato.”

(Nota su un aspetto non chiaro del Bersani 2: l’Albo è già pubblico e certificato, renderlo tale effettivamente può significare due cose molto diverse, o invitare ad attuare lo Statuto o chiudere l’Albo qualche giorno prima del voto, nel qual caso la partecipazione degli elettori sarebbe drasticamente limitata e la discontinuità col Bersani 1 sarebbe allora minima).

 

2. Il Pd nel sistema politico: partito di centrosinistra o di sinistra?

Franceschini: centrosinistra

“Non torneremo indietro, ad un centro-sinistra col trattino, basato su una divisione di compiti nel raccogliere consenso o nel rappresentare pezzi di società e che circoscriva la nostra capacità espansiva. Solo ipotizzarlo significa dichiarare fallita l’esperienza del Pd, che è nato proprio sul superamento di quella divisione di compiti e significa non avere capito che quello schema si trascina forse in pezzi di classe dirigente ma non esiste più da tempo nel nostro popolo. Un unico popolo fin da prima che nascesse il Partito democratico.”

Marino: centrosinistra

“Un partito aperto sul Paese e naturalmente aperto sul centrosinistra. Un partito che guardi all’esterno, che si prenda cura degli elettori di tutto lo schieramento progressista, che apra con loro un confronto, che miri a rappresentarli il più possibile.”

Bersani 1: sinistra

“Io parlo di un Partito Democratico che vuole interpretare ed estendere l’area del centrosinistra con il profilo di un partito popolare, un partito di una sinistra democratica e liberale”

Bersani 2: sinistra ma anche centrosinistra

Il Pd e tutto il centrosinistra devono lavorare con serietà e impegno, consapevoli che tanti elettori votano a destra perché ancora non percepiscono un’alternativa…Come hanno saputo fare i democratici americani. Noi siamo un partito dell’uguaglianza secondo l’ispirazione del cattolicesimo democratico e della sinistra democratica e liberale.

 

3. Il retroterra sociale del Pd: con tutti selezionando sulla base del programma o autolimitazione al lavoro dipendente con limitate aperture?

Franceschini: con tutti sulla base del programma

“Per noi il mondo del lavoro di oggi è fatto insieme da lavoratori e imprenditori. E gli imprenditori non hanno smesso, come è stato detto, di essere nostri nemici per diventare nostri amici se rispettano le regole. Gli imprenditori sono una parte del mondo del lavoro e una parte di noi democratici.”

Marino: con tutti sulla base del programma

“Il Partito Democratico deve darsi una cultura economica autonoma… Occorre prendere sul serio, al Nord come al Sud, la società a imprenditoria diffusa: una società a imprenditorialità diffusa è un valore perché porta le persone ad auto organizzarsi responsabilmente nel lavoro come nella vita sociale, nella famiglia e nell’associazionismo.”

Bersani 1: aperti ai non dipendenti purché in regola

“Bisogna che ci diciamo, molto semplicemente, che un imprenditore privato, cooperativo, artigiano, commerciante che sta nelle regole fa pienamente parte del nostro progetto, è un protagonista del nostro progetto!”

Bersani 2: aperti a tutti i lavori

Noi siamo il partito dei lavori e dei ceti produttivi. Vogliamo tornare nei luoghi in cui si fatica e si produce, ascoltare chi intraprende e chi rischia in proprio…. Vogliamo parlare a chi il lavoro non ce l’ha o convive con insopportabili forme di precariato. Vogliamo contrastare ogni forma di sfruttamento e insicurezza, così come la conservazione corporativa di privilegi e monopoli.”

 

4. Quale sistema politico: Bipolare o multipolare?

Franceschini: bipolare

“Non torneremo nemmeno indietro a scelte politiche né accetteremo leggi elettorali che spostino a dopo il voto la scelta delle alleanze, sottraendo ai cittadini il diritto di conoscerle e sceglierle prima.”

Marino: bipolare

“Occorre una legge elettorale che stabilizzi il bipolarismo, che ridia ai cittadini, attraverso i collegi uninominali, la possibilità di scelta dei propri rappresentanti”

Bersani 1: lo decidiamo con gli altri oppositori (che lo vogliono multipolare)

“La legge elettorale dovrà essere coerente con la forma di governo, dovrà evitare quindi ogni ritorno al proporzionalismo puro e perseguire un buon equilibrio fra rappresentanza, stabilità, governabilità, muovendosi nell’ambito di un bipolarismo nel quale l’elettore pretende di avere visibilità del quadro di alleanze e della loro stabilità. Questo equilibrio si può ottenere attraverso sistemi misti, ma la chiave politica è questa: la misura di questo equilibrio dovrà essere ricercato dialogando con tutte le forze politiche e parlamentari interessate a opporsi ai rischi di deformazione della democrazia, insiti nel modello della destra.”

Bersani 2: lo decidiamo con chi lo vuole bipolare

“Sul piano istituzionale noi scegliamo un modello parlamentare rafforzato in alternativa a formule più o meno mascherate di presidenzialismo, una legge elettorale chiara e non stravolgente l’architrave costituzionale, da elaborare in collaborazione con chi crede ad un bipolarismo maturo che renda l’elettore determinante nella scelta degli eletti e del governo.”

 

5. Le coalizioni: con perno il Pd o rifacimenti dell’Unione?

Franceschini: Pd come perno

“Non torneremo a quella stagione delle coalizioni frammentate e litigiose, costruite con l’unico collante del nemico. Quel tipo di coalizione che ha sempre colpevolmente coperto la qualità dell’azione dei governi di centrosinistra. Formeremo una alleanza che dia agli italiani la garanzia di un programma condiviso e realizzabile. Credibile non solo per vincere ma anche per poi riuscire a governare. E difenderemo i principi del bipolarismo e dell’alternanza tanto faticosamente conquistati.”

Marino: Pd perno

“Un partito che abbia un forte respiro maggioritario, che costruisca le proprie alleanze a partire dal proprio profilo e da quello che vuole per il Paese, non in base alla convenienza elettorale o al mero esercizio politicista di cui abbiamo avuto fin troppi esempi in questi anni.”

Bersani 1: riorganizzare il campo degli oppositori a partire dall’autonomia di ciascuno

“L’originaria ispirazione dell’Ulivo non può essere rimossa, né vivere solo in una chiave evocativa, perché non è infatti esaurita la questione sostanziale dell’incontro fra tutte le culture, le esperienze politiche e progressiste ancora oggi divise. E, tuttavia, questo non può essere un compito esaustivo; si deve accompagnare all’esigenza di riconoscere l’autonomia e la responsabilità di altre forze del Centrosinistra e dell’opposizione e di tracciare i primi passi politici per una riorganizzazione del campo dell’alternativa. Da soli non si può fare nulla.”

Bersani 2 : si parte dai vincoli di programma

La vocazione maggioritaria non significa rifiutare le alleanze, ma, al contrario, renderle possibili, perché costruite nella chiarezza, sulla base di vincoli programmatici.

 

6. Laicità: per tutti un metodo di dialogo con decisioni interne a maggioranza (cambia solo il tipo di riconoscimento delle coppie di fatto, che equivale ai dico nelle mozioni Franceschini e Bersani, che è più radicale in quella Marino, equivalendo di fatto al matrimonio omosessuale)

Franceschini: rispetto dei diversi orientamenti sessuali (allusione ai Dico)

“Ci aspetta alla Camera il lavoro sul testamento biologico. Ci ascolteremo, dialogando. Ma alla fine decideremo la posizione del partito. Rispetteremo fino in fondo chi non si sentirà di condividerla, ma decideremo. Sarà il modo più onesto di interpretare la laicità del nostro partito e di rispettare il principio intoccabile della laicità dello stato. Quello che sta scritto nella nostra Costituzione e che appartiene a tutti noi, laici e cattolici del PD. Lo hanno detto molto chiaramente i 60 parlamentari cattolico- democratici nella lettera con cui due anni fa hanno spiegato il rapporto tra la loro scelta di fede e la laicità nelle scelte politiche e parlamentari. La laicità, dunque, oggi è la garanzia della libertà di tutti, credenti in una fede o non credenti, nello spazio pubblico, nei loro diritti civili. E non si può pensare ad un baluardo più solido, a difesa dello Stato laico, di un grande partito come il PD…

Partiamo da principi condivisi, e in particolare dalla consapevolezza che ogni persona va rispettata nel suo orientamento sessuale e nelle sue scelte di vita. “

Marino: per le civil partnerhip inglesi

“La laicità è un metodo: significa affrontare ogni questione con rigore e con la massima obiettività possibile, nell’interesse generale e non di una parte sola. Significa non porsinel dibattito pensando di possedere la verità o di avere ragione a priori. Significa saper ascoltare le ragioni altrui e avere l’umiltà e l’intelligenza di confrontarsi anche con chi lapensa nella maniera opposta. Significa lasciarsi sempre prendere dal dubbio che l’altro può avere ragione. Infine laicità significa che quando si considera chiuso il dibattito, e si è presa una decisione nell’interesse di tutti, si accetta quella decisione sentendosi vincolati e sostenendola con onestà….

Standard europei per laicità e diritti

Introdurre una norma antidiscriminatoria che preveda una percentuale minima di genere del 40% nelle Istituzioni e nei Consigli di Amministrazione. Approvare la legge sul Testamento Biologico. Approvare una legge sulle unioni civili, sull’esempio delle civil partnership britanniche. Approvare una legge sull’omofobia. Consentire a singole persone di essere valutati al fine dell’adozione con il rigore che la legge già oggi richiede alle coppie”

Nota: per capire cosa sono le civil partnership si vada al sito dell’Arcigay, sono destinate solo a persone dello stesso sesso e “il loro contenuto è quasi coincidente” (come recita tale sito) col matrimonio eterosessuale. Ciò comporta in particolare “gli stessi diritti” in materia di adozione.

Bersani: allusione ai Dico

Il principio di laicità è la nostra bussola, la via maestra di una convivenza plurale. La laicità si nutre di rispetto reciproco e di neutralità – che non significa indifferenza - della Repubblica di fronte alle diverse culture, convinzioni ideali, filosofiche, morali e religiose. È anche impegno per la loro salvaguardia, promozione del dialogo interculturale e interreligioso, mutuo apprendimento: purché, naturalmente, tutti accettino un comune spazio pubblico di confronto e incontro nel quale gli unici principi non negoziabili siano quelli della Costituzione italiana e della Carta dei diritti dell’Uomo. In questo spirito i democratici hanno formulato proposte di legge largamente condivise sulle convivenze civili, sul testamento biologico e sulla libertà religiosa, che vanno rilanciate senza tentennamenti in Parlamento e nel Paese.”

 

7. Superamento del dualismo del mercato del lavoro

Franceschini

“… ammortizzatori per tutelare il reddito e favorire il reimpiego, sostegno ai redditi da lavoro e da pensioni che soffrono la crisi”

Bersani: il contratto a stabilità crescente è la direzione in cui muoversi

“… superare il dualismo del mercato del lavoro, che colpisce soprattutto i giovani, aprendo dei processi univoci di inserimento e di stabilità nel lavoro”

Marino: flexsecurity

La flessibilità, caratteristica inevitabile del lavoro nella nostra modernità, non va considerata come una disgrazia. Quello che i giovani temono sono disoccupazione e precariato privo di regole, percepiscono l’iniquità di un mercato del lavoro che vede gomito a gomito lavoratori protetti e lavoratori talvolta privi anche di diritti elementari quali la malattia, la maternità, le ferie. Una flessibilità bilanciata, quindi, è il nostro valore per regolare il mercato del lavoro: contratti a tempo indeterminato che consentano un rapporto continuativo e tendenzialmente stabile con il datore di lavoro; salario minimo e garanzie di reddito come protezione per chi perde il lavoro; formazione continua per aumentare il proprio bagaglio e il proprio valore professionale.

 

 

 

 

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