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Caro Direttore,

Se il buongiorno si vede dal mattino, il primo Consiglio della neonata Provincia di Monza Brianza ci consegna un’ immagine di un Ente fagocitato dagli appetiti del centrodestra brianzolo in salsa milanese.

La ricomposizione affrettata della Giunta in una stanza di Palazzo Isimbardi, mi ha fatto tornare alla memoria quella celebre favola di quei baldanzosi pifferai che andarono per suonare e invece furono clamorosamente suonati…

E, francamente è sembrato un po’ goffo il tentativo eroico di arrampicarsi sugli specchi in nome delle norme statutarie del partito di appartenenza (sic!) e alla ormai proverbiale e stucchevole scusa di semplici anticipazioni fatte arbitrariamente dalla stampa.

La verità è che questa guida provinciale nasce già come un’anatra zoppa , con il peccato originale di non voler pensare con la propria testa e camminare con le proprie gambe.

Ci saremmo aspettati uno scatto d’orgoglio una valutazione più attenta , ma in realtà abbiamo assistito alla grande abbuffata per alcuni e all’incoronazione dinastica per gli altri.

Dopotutto anche la dichiarazione di voto del centrodestra per indicare le motivazioni di una scelta importante come quella del Presidente del Consiglio provinciale sono apparse ai più prive di senso istituzionale e poco rispettose della persona che, auspichiamo, saprà interpretare in modo autenticamente super-partes il ruolo assegnato.

La prima seduta insomma è stata più una riunione per pochi eletti che la presentazione di linee guida per un progetto politico di ampio respiro.

E tutto ciò è emerso con chiarezza quando il malessere si è materializzato nell’intervento della consigliera Panzeri, che nonostante l’eccessiva sicumera e un pizzico di presunzione nel rappresentare in forma monopolistica il mondo cattolico di questa Provincia, ha rivelato (viva la sincerità!) che non tutto è andato secondo copione e che il re è nudo.

Una Provincia, dunque, a sovranità limitata stretta tra gli accordi di palazzo tra Milano e Roma.

A mio modo di vedere, In questo contesto il ruolo delle opposizioni non può essere relegato a mera testimonianza o assumere atteggiamenti “aventiniani”.

Deve entrare nel merito delle questioni e saperne indicare le priorità(lavoro,istruzione,sicurezza,ambiente e cultura, pubblica amministrazione).

Solo così la Provincia diventa utile e consolida la propria ragione di esistenza.

 

Domenico Guerriero

neo consigliere provinciale del PD

articolo apparso sul Giornale di Monza del 7-7-2009

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